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Porto di Marsala, il giallo del progetto “pubblico”. Oggi la relazione in Consiglio: “Iter bruscamente interrotto”

All’ordine del giorno, la troviamo al punto 12. Ma, a sentire le dichiarazioni del presidente Enzo Sturiano nell’ultima conferenza stampa convocata dall’onorevole Giulia Adamo, la relazione finale sull’iter procedurale adottato dal Comune di Marsala relativo al progetto di messa in sicurezza del Porto di Marsala, sarà la principale protagonista della seduta odierna del massimo consesso civico. La relazione, prodotta dalla Commissione Lavori Pubblici, presieduta da Michele Gandolfo, nasce con l’obiettivo di “verificare e chiarire alcuni passaggi procedurali del progetto di messa in sicurezza del porto pubblico e che sono stati bruscamente interrotti”. “Il progetto infatti – si legge nella relazione – aveva la finalità di dotare la città di Marsala di un porto sicuro ed efficiente. La realizzazione era volta a ristrutturare e riqualificare le aree portuali attraverso delle importanti opere di messa in sicurezza, considerata l’urgenza legata alla presenza di un importante dissesto infrastrutturale. I componenti della commissione LL.PP. hanno potuto, nel corso delle sedute, prendere visione di tutta la documentazione ed estrapolare una esatta cronologia dell’iter procedurale e tecnico svolto”.

I passaggi vari sono ormai noti, a partire dalla genesi del progetto, risalente al 2009, quando il Dipartimento Infrastrutture e Mobilità Trasporti della Regione Sicilia, al fine di intervenire con opere nel porto di Marsala, “aveva dato incarico all’Ufficio Opere Marittime del Provveditorato Interregionale OO.PP. Sicilia-Calabria, ufficio competente per la progettazione di opere marittime in Sicilia, di redigere il progetto delle opere di messa in sicurezza del porto lilybetano. Il progetto definitivo, a cura dell’ingegnere Viviano (completato e consegnato dalla Regione – Genio Civile Opere Marittime) risale a luglio del 2012. Nel maggio del 2013, gli elaborati del progetto, furono presentati all’Assessorato Regionale alle Infrastrutture, nonché all’esame del RUP (responsabile unico del procedimento), affinché, terminati gli ultimi passaggi procedurali si procedesse all’inizio dei lavori. A quel punto, come ricordato nella suddetta conferenza stampa di lunedì pomeriggio, il sindaco pro tempore Giulia Adamo chiese il trasferimento della stazione appaltante dalla Regione al Comune di Marsala, ottenendo il via libera ufficiale l’11 ottobre del 2013. Dopo di che, l’amministrazione Adamo nominò l’ingegnere Luigi Palmeri Rup del progetto e, contestualmente, si avviò il processo di armonizzazione con il progetto del porto turistico promosso dalla Myr, che nel frattempo stava ottenendo tutte le autorizzazioni richieste. Il 28 ottobre del 2016, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, espresse però parere negativo alla richiesta di Valutazione di Impatto Ambientale presentata dal Comune di Marsala per il cosiddetto “progetto pubblico”, spiegando che “dall’analisi della documentazione prodotta dal proponente ed esaminata dal gruppo Istruttore, non si evince quali siano i pericoli riscontrati nell’attuale configurazione portuale che ne giustifichino l’urgenza per la messa in sicurezza”. La Commissione Tecnica di Valutazione Ambientale del Ministero fa inoltre sapere di aver più volte tentato di richiedere chiarimenti in merito, “anche attraverso la convocazione della riunione del 05/05/2016 alla quale il proponente (ossia il Comune di Marsala) non ha dato riscontro”.

Tale parere è stato notificato con nota 0027897 del 16 novembre, dal Direttore Generale del ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del Mare al settore Grandi Opere del Comune di Marsala quale “preavviso di rigetto”, in cui “si ricordava la previsione legislativa di presentare eventuale opposizione al parere negativo e di integrazione della documentazione mancante entro 10 giorni dalla data di ricevimento”.  Ancora una volta, però, dal Comune di Marsala non arrivano notizie, così, dopo il preavviso di rigetto è arrivato il 25 luglio del 2017 un decreto ministeriale in cui si esprime giudizio negativo di compatibilità ambientale sul progetto di messa in sicurezza del Porto di Marsala. Tuttavia, contro tale decreto il Comune di Marsala avrebbe ancora potuto ricorrere al Tar entro 60 giorni. Ma anche in questo caso, non sono emersi segnali di interesse da parte dell’amministrazione lilybetana. “La Commissione – si legge nella parte finale della relazione – riscontra che l’iter procedurale si è bloccato a causa di una non corretta comunicazione, per cui il dialogo tra il Comune e il Ministero si è interrotto bruscamente. Si prende atto che l’Amministrazione non ha ritenuto di avvalersi della facoltà prevista dalle disposizioni di cui all’art. 10/bis della Legge n° 241/90 relativamente alla comunicazione della Direzione Generale del Ministero dell’Ambiente (Preavviso di Rigetto) e non ha presentato ricorso al T.A.R. o al Presidente della Repubblica avverso il decreto del Ministro dell’Ambiente di concerto con il Ministro dei Beni Culturali con il quale è stato espresso parere negativo”. Difficile comprendere, a questo punto, se il problema sia stato di natura esclusivamente burocratica o se c’è stato un ragionamento politico che ha guidato l’amministrazione ad abbandonare progressivamente questa progettualità, confidando esclusivamente nel progetto della Myr. Sarà proprio su questo punto che si incentrerà la discussione consiliare, ogg pomeriggio, a Sala delle Lapidi. La sensazione è che, come spesso accade quando si parla di Porto, la temperatura sia del dibattito politico sia destinata a salire.

Vincenzo Figlioli

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