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Mazara verso il ballottaggio. Randazzo chiede un confronto in piazza, Quinci dice no

A cinque giorni dal ballottaggio che esprimerà il verdetto definitivo sulle amministrative a Mazara del Vallo, si registrano le ultime schermaglie dialettiche tra i candidati Giorgio Randazzo e Salvatore Quinci.

Nella giornata di ieri, Randazzo aveva chiesto con un comunicato stampa ufficiale un confronto pubblico in piazza al suo avversario, “dinanzi a tutta la stampa e a tutti i cittadini che meritano verità e conoscenza di ogni proposta”. Al contempo, Giorgio Randazzo ha escluso accordi e alleanze “con le forze politiche e civiche che hanno visto perdere il loro progetto al primo turno”.  “La mia coalizione è nata dall’unione delle liste Lega, Mazara Libera, Libera Intesa e Autonomisti e tale rimarrà fino alla fine di questa competizione elettorale. Non abbiamo fatto nessun tipo di aggregazione né mai la faremo, la politica è una cosa seria e il rispetto verso il corpo elettorale non è barattabile per alcun beneficio. Come nessuno all’infuori dei candidati e del circolo Lega aderirà tra gli avversari al nostro Partito già al completo. Ci siamo prefissati di azzerare la classe politica che ha responsabilità negative negli ultimi quindici anni ed è ciò che faremo una volta vinto questo turno di ballottaggio. Lasciamo ad altri interessi personali, spartizioni e rottami della politica”.

Oggi è arrivata la risposta di Salvatore Quinci, che di fatto declina l’invito del suo competitor: “Ho condotto una campagna elettorale all’insegna del rispetto di tutti gli avversari, parlando delle soluzioni per fare di Mazara una città prospera, laboriosa, produttiva e moderna. Sono stato premiato, e con me le liste che mi hanno sostenuto, dalla città che mi ha portato in testa al ballottaggio con 8.653 voti. Dall’indomani del risultato elettorale registro però un aumento della tensione e della rabbia da parte del candidato della Lega e dei suoi sostenitori che, con attacchi personali, fake e “mascariamenti” vari, vorrebbero inquinare la campagna elettorale. Il nervosismo di chi forse pensava che sarebbe bastato far chiudere la campagna elettorale a Salvini per vincere le elezioni, è evidente, così come è stucchevole il tentativo di nascondere i sostenitori ritenuti scomodi, sia quelli della prima ora che gli ultimi arrivati, far dimenticare il simbolo della Lega, togliendolo pure dai manifesti del ballottaggio e puntare tutto su esternazioni agitate e sconnesse. Il limite più basso di questo gioco al massacro (della Politica con la P maiuscola, per intenderci) lo ha raggiunto domenica 5 maggio, durante il suo comizio elettorale, quando ha rivolto inqualificabili accuse false e tendenziose al sottoscritto. Accuse infondate e fuorvianti dalla realtà, al limite della querela, mirate alla mia persona e ai miei collaboratori che né io né il gruppo che rappresento siamo disposti a subire passivamente. Visti questi interventi da parte del candidato della Lega, ritengo che non ci siano i presupposti per ulteriori dialoghi, neanche a distanza. Non ritengo dignitoso né utile scendere nella rissa in cui il candidato della Lega vuole fare precipitare la città di Mazara. Quello che accade a Mazara è all’attenzione dei media nazionali: la città simbolo di pace e di integrazione che rischia di essere il presidio siciliano della Lega è notizia che non può passare inosservata. Non mi sfuggono gli interessi della Lega nord (ora, strumentalmente, solo Lega) di avere una base proprio a Mazara del Vallo ma mi turba e mi preoccupa che proprio un mazarese possa prestarsi per interessi politici a svendere la nostra amata città alla Lega. Tuttavia, nel rispetto delle regole democratiche di cui sono fiero e convinto sostenitore, attendo con serenità il giudizio elettorale della mia città. Sottolineo inoltre che il candidato della Lega per ben due volte ha rifiutato il confronto in diretta televisiva, proposto da 2 diverse testate giornalistiche, dimostrando di avere evidentemente bisogno del clamore della piazza e del supporto dei suoi tifosi per esporre le proprie idee. Alla luce di queste ragioni, l’unico confronto possibile è nell’urna elettorale”.

redazione

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