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Trapani e la legalità, la denuncia del Questore: “Una provincia resistente al cambiamento”

Anche Trapani ha ricordato oggi il 167° anniversario dalla fondazione della Polizia di Stato. Come da prassi consolidata, il Questore Claudio Sanfilippo ha tenuto davanti alle autorità civili, militari e religiose del territorio il consueto discorso celebrativo, ricordando il lavoro portato avanti sul territorio dalla Polizia di Stato.

Ne riportiamo alcuni stralci:

“Il territorio della provincia di Trapani – ha affermato il Questore – ha sue specifiche peculiarità che, se per un verso lo rendono simile ad altre realtà del nostro mezzogiorno d’Italia, sotto altri profili lo caratterizzano per una ulteriore fragilità rendendolo particolarmente “resistente” ad ogni forma di cambiamento indirizzata verso le regole della legalità e, dunque, del vivere civile. Questo stato di cose ha ovviamente agevolato, anzi è stato l’ humus fertilissimo, sul quale la criminalità, anche quella organizzata, ha tratto ogni utilità possibile in termini di illeciti guadagni ma anche di forme di consenso, creando spesso false illusioni negli strati più deboli e scarsamente istruiti della popolazione. E’ apparsa subito chiara l’idea che la nostra mission doveva spingersi oltre quello che è il nostro core business aziendale: non più o non solamente la classica attività di polizia giudiziaria o di polizia di sicurezza ma abbiamo sentito la necessità di allargare l’orizzonte verso forme più sociali e partecipative. I reati vanno certamente perseguiti, tuttavia tutti dovremmo riflettere seriamente o, con maggiore attenzione, sulle cause sociali, economiche, territoriali della loro origine altrimenti, temo che il nostro impegno resterà efficace dal punto di vista repressivo ma poco risolutivo nella sua comprensione ontologica”.

A riguardo, il Questore ha denunciato “un non più accettabile stato di abbandono delle periferie”, sottolineando come in esse si sedimentino spesso sentimenti di “rabbia, violenza e disprezzo per le istituzioni”. Alla luce di ciò, la Polizia sta portando avanti incontri e iniziative con le scuole “al fine di creare, insieme al prezioso e determinante contributo dei docenti […] quel bagaglio di conoscenza e di cultura che costituisce, a mio avviso, l’unico antidoto efficace a sconfiggere quella sub-cultura criminale di cui dicevo prima”. Il Questore denuncia come l’Italia stia vivendo una “grave crisi di legalità”, sottolineando come anche “le informazioni riportate dai mass media e dai social, parlino troppo spesso di cattivi esempi, che portano a cattive imitazioni”.

“La cultura della legalità – prosegue il Questore – è qualcosa di più della semplice osservanza delle leggi, delle regole; è un sistema di principi, di idee, di comportamenti, che deve tendere alla realizzazione dei valori della persona, della dignità dell’uomo, dei diritti umani, dei principi di libertà, eguaglianza, democrazia e giustizia come metodo di convivenza civile”.

Da qui due citazioni, nel ricordo di due siciliani che, in maniera diversa, hanno combattuto con coraggio contro Cosa Nostra, Paolo Borsellino [“La lotta alla mafia (primo problema da risolvere nella nostra terra, bellissima e disgraziata) non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale, anche religioso, che coinvolgesse tutti, che tutti abituasse a sentire la bellezza del fresco profumo di libertà che si contrappone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità] e Peppino Impastato [“Se si insegnasse la Bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà”].  Al di là delle evidenti difficoltà, il Questore ha comunque affermato che tra i giovani c’è “grande sete” sui temi della legalità, dell’educazione, della cultura in generale.

Un’ulteriore riflessione è stata riservata allo sviluppo del territorio e alle sue “enormi potenzialità”.

“Abbiamo tutto; abbiamo la storia millenaria Élima, Fenicio-Punica e Greca, abbiamo le ricchezze naturalistiche, il mare; abbiamo le eccellenze enogastronomiche ma ho l’impressione che tali risorse non siano “sfruttate” nella loro potenzialità intrinseca. Questo è un concetto che sistematicamente tutti quanti ripetiamo astrattamente ma poi in concreto cosa facciamo? Quali le iniziative imprenditoriali? Le forze sane, siano esse pubbliche che private, a mio parere, dovrebbero cogliere questa enorme opportunità; penso che serva uno sforzo, un fare squadra, per la promozione del territorio che porterebbe enormi benefici in termini di ritorno sulla conoscenza e conoscibilità delle nostre, a volte uniche, eccellenze sia in Italia e perché no, anche all’estero. Sarebbe prioritario creare sinergia tra le diverse risorse artistiche, culturali, religiose ed eno-gastronomiche del territorio e del sistema turistico dell’intera provincia, al fine di dare vita a circuiti virtuosi anche di marketing che siano particolarmente attrattivi. Tutti quanti Noi sappiamo come una adeguata, organizzata ed articolata promozione del territorio fosse anche con un semplice articolo che appare su riviste specializzate di settore sulla bellezza di una data zona sia un forte volano di valorizzazione e di attrazione”.

Nella parte finale del proprio discorso, il Questore si è poi soffermato sui numeri che hanno accompagnato l’ultimo anno di attività della Polizia di Stato in provincia, nell’attività di controllo del territorio, nell’attività di polizia giudiziaria, nella gestione della sicurezza pubblica. Un passaggio è stato dedicato anche alla mafia: “non è più quella di una volta ma resta quella di sempre”.

Dopo aver ringraziato tutte le donne e gli uomini che prestano servizio sul territorio, il Questore ha infine sottolineato che “il rinnovato spirito di quest’ultimo periodo ha consentito alla Questura di Trapani di volare verso traguardi di grande successo. “Noi siamo qui per la costante crescita della sicurezza della nostra società, portando così un aiuto concreto per tutelare e proteggere tutti, specie coloro i quali non hanno voce. Trapani e la sua provincia meritano di tornare a “volare” come un tempo (ed a questo proposito un pensiero corre per analogia alla complicata situazione del nostro aeroporto)”.

redazione

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Tags: Claudio SanfilippoQuestura di Trapani