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Operazione Artemisia, i primi commenti dopo gli arresti

“L’intreccio tra mafia, massoneria e politica tiene in ostaggio il territorio trapanese compromettendone lo sviluppo. L’operazione di oggi della magistratura e delle forze dell’ordine dimostra, ancora una volta, la pervasività e le commistioni dell’azione criminale in seno alle Istituzioni”. E’ il commento del segretario generale della Cgil di Trapani Filippo Cutrona a seguito dell’operazione “Artemisia” che ha smantellato a Castelvetrano una loggia segreta che, attraverso politici e professionisti, orientava scelte all’interno del Comune, finanziamenti e nomine.

“Liberare le Istituzioni e il territorio dalla pressione e dal condizionamento mafioso e dalla massoneria – dice il segretario Cutrona – è il solo modo per riscattare le cittadine e i cittadini della provincia di Trapani dal peso opprimente dell’illegalità, dalla corruzione, dalle politiche clientelari, dalle ingiustizie, dalle vessazioni e da un sistema che soffoca il mondo del lavoro, l’economia, la crescita sociale e il vivere democratico. Ai giovani bisogna consegnare un territorio libero e legale. I giovani devono poter credere nelle Istituzioni e nella loro integrità”.

“Apprendiamo dalla stampa che a Castelvetrano è stata sgominata una loggia massonica segreta, della quale facevano parte politici e professionisti che riusciva ad orientare le scelte del Comune, nomine e finanziamenti a livello Regionale. Si tratta di 27 persone arrestate e 10 indagate – ad affermarlo i componenti del Gruppo Consiliare di Cambia Partanna -. Non apparteniamo a logge di alcun tipo né lecite né tanto meno segrete. Per una maggiore correttezza nei confronti della cittadinanza, auspichiamo che sia l’Amministrazione, sia i componenti del Consiglio Comunale si esprimano con uguale trasparenza. Inoltre alla luce di tutti i recenti accadimenti che stanno investendo la politica provinciale, ribadiamo la nostra completa estraneità a questi contesti deviati, facenti capo o meno a questo o quel personaggio, orgogliosi di rappresentare soltanto le istanze dei semplici cittadini partannesi, liberi da logiche di ubbidienza o di riconoscenza perché quello che dobbiamo lo dobbiamo solo al nostro paese”. 

Questo il commento della Federazione provinciale del Pd di Trapani: “E’ il primo giorno di primavera, ma a Castelvetrano piove! Piovono arresti e perquisizioni. Ed ancora una volta c’è una parte della politica locale coinvolta. La Città si sveglia frastornata, ma non stupita, considerato quanto accaduto negli ultimi anni: dallo stravolgimento della maggioranza uscita dalle urne nel 2012, fino al commissariamento per mafia, passando per la vicenda Giambalvo e le dimissioni del Consiglio Comunale. La storia cambia di nuovo a Castelvetrano e, di nuovo, a ridosso delle imminenti elezioni.  Necessita uno scatto di dignità e di coraggio, l’aspirazione a vivere in una società moralmente non compromessa.   L’arroganza, le collusioni, le contiguità e certe mentalità diffuse hanno inquinato le coscienze di molti, tanto da costituire il freno alla sviluppo economico e al progresso civile.  Si impone un diverso modello di gestione della Cosa pubblica: fiducia nella Magistratura e vicinanza alle Forze dell’Ordine che isolano, anche al loro interno, quanti hanno contribuito all’ennesimo oltraggio alla Città”.

A Castelvetrano non ci sono solo le ultime confuse tracce di Matteo Messina Denaro; c’è anche il laboratorio di un nuovo, spregiudicato sistema di potere che, all’ombra di una loggia massonica, aveva mescolato carriere, protezioni, appalti, assunzioni, promesse, licenze“. Lo afferma il presidente della Commissione regionale antimafia Claudio Fava, secondo il quale “poco importa che la parola “mafia” non compaia negli atti dei magistrati di Trapani: ciò che preoccupa è il modo esibito e impunito con cui pezzi del sistema politico si erano messi al servizio di un disegno criminale disposto a comprare, violare e corrompere tutto e tutti“. Da Fava anche un dubbio: “tornare al voto a Castelvetrano – Comune sciolto per mafia – in queste condizioni di incertezza democratica, con un candidato sindaco appena arrestato e una lunga ombra sugli atti e i fatti delle passate amministrazioni, forse è un rischio da evitare. Un ringraziamento doveroso a chi sta svolgendo le indagini ma troppi sono gli episodi in Sicilia dove politica e affari si intrecciano per autosostenersi. Non si può lasciare alla sola magistratura e alle forze dell’ordine il compito di intervenire“.

redazione

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Tags: Artemisia arresti