Nel corso della operazione “Scrigno” il nome più noto raggiunto dai provvedimenti della magistratura è certamente quello dell’ex deputato regionale Paolo Ruggirello.
Il politico è cresciuto all’ombra del padre, di professione ragioniere originario della contrada Guarrato a Trapani. Il padre dell’ex onorevole negli anni ’60 e ’70 fu protagonista di una scalata imprenditoriale, diventando il principale aggiudicatario degli appalti per le strade della provincia. Fu anche proprietario della Banca Industriale e dirigente e maggiore azionista del Trapani calcio.
Nel 1995, Ruggirello senior morì all’improvviso e gli affari di famiglia furono presi in mano dalla figlia Bice, Paolo invece seguì la sua passione per la politica attiva. Si schierò inizialmente al fianco del socialista Bartolo Pellegrino, assessore trapanese della giunta di Totò Cuffaro. Subito dopo Ruggirello si mise “in proprio” diventando presto uno dei più votati ad ogni competizione elettorale. Negli ultimi tredici anni è passato dal movimento autonomista di Raffaele Lombardo alla lista di centrodestra guidata da Nello Musumeci.
E’ stato per tre legislature deputato regionale. Nel 2015, tra la sorpresa del mondo politico del trapanese che lo ha visto sempre orbitare nel schieramento di centro destra, Ruggirello fa il suo ingresso nel Partito Democratico. Le polemiche furono tante, soprattutto perché la proposta più importante di Ruggirello, prima di entrare nel Pd aveva riguardato una maxi sanatoria sulle coste siciliane. Nella scorsa primavera ha mancato la rielezione candidandosi nelle fila dei democratici all’Ars, dove giunge terzo dietro di Baldo Gucciardi e dell’attuale sindaco di Trapani, Giacomo Tranchda. Successivamente gli va male anche la corsa per il Senato. Negli ultimi tempi si è parlato anche di un suo possibile ennesimo cambio di casacca in vista delle imminenti elezioni europee