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Acquacoltura allo Stagnone, il sindaco: “Attività rispettosa del Regolamento della Riserva”

“Le attività previste saranno assolutamente rispettose del Regolamento della Riserva e del Piano di Gestione del Sito Natura 2000, nonché sotto il costante controllo dell’Istituto di Biologia Marina. È escluso qualsiasi intervento invasivo che possa arrecare danni all’ecosistema della Laguna”. È quanto tiene a precisare il sindaco Alberto Di Girolamo alla luce di alcune osservazioni e richieste di chiarimenti, emerse anche nell’ultima seduta del Consiglio comunale, riguardanti il progetto “ACQUA.sal” avviato oltre un anno fa e che avevamo sollevato come testata.

“Condotto con criteri di sostenibilità, aggiunge il sindaco Di Girolamo, il progetto può rappresentare uno strumento di crescita e sviluppo economico, nonché un solido presidio a tutela e a salvaguardia dell’ambiente”. Dal punto di vista operativo – come conferma il prof. Andrea Santulli dell’Università di Palermo (Istituto di Biologia Marina) che cura l’aspetto scientifico del progetto – ACQUA.sal si muoverà pertanto all’interno dei rigidi confini tracciati da Leggi e Regolamenti, con interventi diretti per la salvaguardia della Laguna svolti in stretta collaborazione con l’Ente gestore della Riserva, il GAL Elimos e il FLAG. In particolare, saranno sviluppati studi della fauna ittica per consentire la realizzazione di interventi di ripopolamento passivo e la revisione del Regolamento della Pesca sportiva. Verranno inoltre recuperate tutte le informazioni relative alle peculiari tecniche di pesca che venivano utilizzate nella laguna (ed esempio la pesca con il cannizzo) e alle tradizioni fitoterapiche dell’area. Le attività di piscicoltura verranno effettuate senza alcun contributo alimentare dall’esterno, con specie ittiche pregiate autoctone, provenienti da riproduzione artificiale o reclutate direttamente nelle vasche fredde per rimonta naturale.

Questo è un passaggio importante perché, come abbiamo già detto, il Regolamento che tutela la Riserva dello Stagnone vieta l’acquacoltura intensiva, ovvero praticata con mangimi che possono danneggiare l’ecosistema. Bisogna però capire cosa si intende per “specie ittiche pregiate autoctone”. Giorni fa, interpellando alcuni storici pescatori della marineria locale, questi ci hanno ricordato come in passato qualsiasi tentativo di Acquacoltura allo Stagnone sia fallito e che per alimentare le specie ittiche nelle vasche non c’è bisogno di mangimi esterni in quanto all’interno della Riserva hanno ciò di cui hanno bisogno per alimentarsi autonomamente.

Secondo quanto specifica il comunicato del Comune di Marsala, l’acquacoltura no food di ACQUA.sal non prevede interventi invasivi nella salina e non utilizzerà specie alloctone, ma sfrutterà l’energia e la biodiversità che si accompagna al ciclo di produzione del sale. Uno dei fiori l’occhiello di ACQUA.sal, infatti, è il recupero – in accordo con il gestore – della salina “ex Genna”. Allo scopo di contribuire alla valorizzazione delle attività di salicoltura e di aumentare il valore aggiunto del sale e degli altri prodotti di salina, il progetto prevede interventi per la realizzazione di nuovi prodotti cosmetici – a base di sale, microalghe e fanghi di salina (mamma caura) – utilizzabili nel settore del benessere. “Inoltre – sottolinea ancora il sindaco – per consentire la visita agli impianti sperimentali a scopo didattico/formativo, verrà risistemato il percorso interno alla saline”. All’interno di Villa Genna sarà realizzata un’aula didattica multimediale (destinata a divulgare le peculiarità naturalistiche ed etnoantropologiche della laguna) e un piccolo impianto sperimentale di acquacoltura (dotato anche di una vasca tattile per consentire di avvicinare i visitatori alla fauna e alla flora della laguna), il tutto finalizzato altresì a formare tecnici di acquacultura sostenibile.

“A dimostrazione del ruolo centrale che questo impianto sperimentale potrà assumere per le attività di protezione della Laguna – conclude Di Girolamo -, siamo in contatto con gli enti scientifici coinvolti (CNR e Università) per attivare una stretta sinergia tra il progetto ACQUA.sal e il progetto di monitoraggio satellitare, già finanziato, per il trapianto della posidonia nello Stagnone”. In definitiva, l’Amministrazione comunale di Marsala, conscia che lo sviluppo sostenibile rappresenti un’opportunità imprescindibile per il progresso e lo sviluppo del territorio, conferma che ACQUA.sal – muovendosi nel solco della strategia comunitaria “Blue Growth” (crescita blu) e utilizzando le opportunità offerte dall’acquacoltura – consentirà di sbloccare, promuovere e dare valore alla biodiversità della Laguna dello Stagnone.

Sul fronte procedurale, si riassume qui l’iter. Nel novembre 2017 il Dipartimento regionale della Pesca Mediterranea ha pubblicato una “Manifestazione di interesse” per selezionare Soggetti pubblici che potessero attuare un programma di recupero, conservazione e valorizzazione dello Stagnone di Marsala e delle Saline, mediante la funzione di “Presidio Ambientale” da parte dell’Acquacoltura. Il Comune di Marsala (capofila) e Libero Consorzio comunale (quale Ente gestore della Riserva, a garanzia della sostenibilità e della fattibilità degli interventi programmati) – con il supporto scientifico del Consorzio Universitario di Trapani (Istituto di Biologia Marina, per l’esperienza nell’acquacoltura a basso impatto ambientale), nonché con la collaborazione del Gal Elimos e del FLAG Trapanese – hanno elaborato la proposta progettuale “ACQUA.sal”, presentando una richiesta di finanziamento di oltre 1 milione e 200 mila euro al Dipartimento della Pesca Mediterranea. È questo, infatti, il Gestore delle somme destinate dalla U.E. (circa 40 milioni di euro) allo sviluppo della pesca e dell’acquacoltura attraverso lo strumento del FEAMP, Fondo Europeo Affari Marittimi e Pesca 2014-20. A conferma dell’interesse del suddetto Dipartimento per il progetto ACQUA.sal, questo è stato recentemente presentato dal sindaco Di Girolamo alla fiera “Aquafarm” di Pordenone, rientrando tra le attività promozionali previste nel programma di sviluppo “ACQUACOLTURA 2.0 DI SICILIA”.

redazione

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