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Si estende in Sicilia la protesta degli allevatori e dei pastori che si sono incontrati con il presidente Musumeci

La Cia Sicilia Occidentale è intervenuta dopo l’incontro di martedì sera a Palazzo d’Orleans con il Presidente della regione Nello Musumeci e l’assessore all’Agricoltura Edy Bandiera, in merito alla protesta di pastori ed allevatori, iniziata in Sardegna ed estesa in tutta la Penisola e giunta fino alla nostra Isola.

E’ dei giorni scorsi infatti la protesta degli allevatori del Belice che a Poggioreale hanno inscenato una manifestazione a cui hanno aderito quelli della provincia di Trapani. L’incontro è durato un paio di ore ed era stato convocato proprio da Nello Musumeci. “E’ stato un confronto positivo, abbiamo ricevuto rassicurazioni e piena disponibilità da parte della Regione sui temi da noi sollevati. Ora aspettiamo che alle parole si passi ai fatti”, ha detto Salvatore Nasello, vice presidente della CIA Sicilia Occidentale. Nei giorni scorsi era intervenuto anche il segretario della Cia di Petrosino.

“Testimoniamo la nostra solidarietà – ha detto Enzo Maggio della Cia di Petrosino – agli allevatori che soffrono la crisi del comparto e che non riescono più a fare fronte alle crescenti spese. Nasello, in rappresentanza del comparto zootecnico della Cia Sicilia, ha portato sul tavolo i principali problemi sollevati dalla nostra organizzazione nelle ultime settimane”. Il sindacato ha detto ai vertici regionali che è volontà dei lavoratori di istituire un tavolo tecnico permanente tra Regione e associazioni di categoria per affrontare le principali emergenze, come lo sblocco dei bandi per le indennità compensative e per il biologico.

“Musumeci – ha detto ancora Maggio – ha accolto la nostra richiesta di un confronto continuo con gli assessorati all’Agricoltura e alla Sanità e ci ha garantito ulteriori sforzi per salvaguardare non solo latte e carne ma anche tutta la produzione agricola siciliana”. Secondo i partecipanti, la presidenza della Regione ha preso l’impegno che il bando a sostegno degli investimenti in azienda sarà più snello e rivolto soprattutto alle piccole imprese che fino ad ora erano rimaste escluse, confermando il tetto di 500 mila euro per ogni progetto. “E’ stato anche prospettato un nuovo bando per le misure a superficie, che sblocchi le indennità compensative – ha detto Nasello -. Restiamo però col fiato sospeso sul comparto biologico. Abbiamo anche chiesto maggiore tutela contro la concorrenza sleale che affossa le nostre produzioni e maggiore attenzione sulla piaga della massiccia e incontrollata diffusione dei suidi (una sorta di ibrido tra maiale e cinghiale) che, oltre ai danni arrecati alle coltivazioni, sono un pericolo sanitario per i nostri capi di bestiame. E’ importante intervenire su questo problema anche a tutela della salute dei consumatori”.

“Registriamo con favore – ha aggiunto Antonino Cossentino, presidente della Cia Sicilia Occidentale – il fatto che i vertici regionali ci abbiano aperto le porte dopo la nostra richiesta di un confronto sui principali problemi che stanno affliggendo migliaia di piccole e medie imprese agricole dell’isola. Speriamo che da questo incontro possa nascere subito un percorso concreto di soluzioni: mancano poco meno di due anni alla chiusura del Piano di sviluppo rurale e non sono molte le risorse a disposizione. Risorse che bisogna spendere invertendo la rotta che si è tenuta fino ad ora che si è lasciata dietro una scia di malcontento”. Sulla questione è intervenuta anche la Lega.

Matteo Salvini ascolterà anche i pastori siciliani, come sta già facendo in Sardegna, perché la protesta degli allevatori in Sicilia è anche una battaglia della Lega.- ha detto Igor Gelarda, responsabile regionale enti locali del partito guidato dal vicepremier e ministro dell’Interno -. Il governo nazionale sarà a fianco dei nostri pastori. Li incontrerò con l’impegno di essere garante delle loro richieste”. I pastori siciliani, come i colleghi sardi, chiedono che sia rivisto il prezzo del latte. Intanto hanno annunciato per domani un’altra grande manifestazione di protesta a Vittoria, in provincia di Ragusa, dopo i litri di latte già versati in strada pochi giorni fa a Poggioreale e ad Enna. Ma il malessere cova di ora in ora e non risparmia nessuna provincia.

“Bisogna riconoscere il giusto prezzo alle produzioni frutto del lavoro di chi si spacca la schiena dalla mattina alla sera negli allevamenti – dice ancora l’esponente leghista Igor Gelarda – ma anche di chi fatica nei campi per coltivare il grano siciliano e tutti gli altri frutti della nostra splendida terra. È necessario bloccare l’ingresso selvaggio di produzioni alimentari straniere che fanno concorrenza sleale alle aziende italiane, senza contare i rischi per la salute dei consumatori causati da prodotti di dubbia qualità e provenienza. L’Unione europea deve cambiare registro nei confronti dei nostri territori”.

Gaspare De Blasi

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