Il Presidente della Regione Nello Musumeci, dopo il caos dei giorni scorsi per l’approvazione della Finanziaria, dimostra che le sue presunte dimissioni erano solo voci e convoca a Palazzo d’Orleans un tavolo di confronto con l’AnciSicilia, i deputati nazionali eletti nell’isola e le parti sociali per affrontare tutte le problematiche delle ex province siciliane. Un incontro proficuo e che ha “accontentato” diverse parti politiche, da destra a sinistra. Un incontro che, quindi, andava fatto, al di là del sit-in dei dipendenti dei Liberi Consorzi di Comuni giunti a Palermo da ogni parte della Sicilia assieme alle sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil. Musumeci ha quasi pronto un dossier che verrà reso pubblico verso giugno. “Nessuno può dire che non c’era o che era in Venezuela” afferma anche con un po’ di ironia il Governatore. “Viviamo oggi le conseguenze di una finta riforma– ha aggiunto – quella della legge Delrio proposta dal precedente governo con alcune province già in default e alcune che stanno per esserlo”.
Il problema quindi deve risolversi a Roma in Parlamento ecco perchè sono stati convocati i deputati siciliani. Al momento, da quello che è emerso, solo la Provincia di Trapani e quella di Agrigento hanno approvato i bilanci, mentre le altre 7 sono in predissesto; il prelievo forzoso dello Stato le ha ridotte in una forte situazione di criticità finanziaria mettendo a rischio i servizi essenziali come le manutenzioni delle scuole, delle strade provinciali e le spese di funzionamento degli istituti scolastici. A Marsala ne sappiamo qualcosa visto che la vicenda degli affitti per gli edifici scolastici resta attuale e problematica. Mancati interventi qua e là – come nella Riserva dello Stagnone o nelle strade provinciali senza illuminazione – il Commissario Raimondo Cerami ha tirato la cinghia riuscendo a bilanciare i conti della nostra Provincia. Presente all’incontro anche il sindaco di Palermo nonché Presidente di AnciSicilia (Associazione di Comuni), Leoluca Orlando che si è espresso così: “Riteniamo che oggi non sia più rinviabile un intervento che sappia definitivamente ridare dignità istituzionale a città metropolitane e liberi consorzi dell’Isola. Per tali ragioni riteniamo che la collaborazione istituzionale, avviata durante l’incontro odierno, possa e debba tradursi in norme che, anche attraverso l’utilizzo della decretazione d’urgenza, possano limitare gli effetti negativi del prelievo forzoso e prevedere le necessarie deroghe alle norme dell’ordinamento finanziario al fine di consentire l’approvazione degli strumenti finanziari”.