Si è svolta stamattina al Complesso Monumentale San Pietro, la conferenza stampa della Lega per discutere di un progetto per il rilancio dell’aeroporto di Trapani. Una “sfilata” di politici da destra a sinistra, presenti all’interessante incontro e da cui sono emerse dichiarazioni rilevanti per lo scalo di Birgi. Sul tavolo erano presenti: il moderatore Igor Gelarda, responsabile regionale enti locali della Lega, Tommaso Dragotto, imprenditore della Sicily by car, società di autonoleggio presente negli aeroporti di tutta Italia, il deputato della Lega Leonardo Tarantino, componente della Commissione Finanze, Andrea Cassani sindaco di Gallarate, l’imprenditore Salvatore Ombra, ex presidente di Airgest ed il sindaco di Marsala Alberto Di Girolamo. Il primo cittadino ha portato i suoi saluti spiegando la recente storia dell’aeroporto, dei lotti non aggiudicati con l’ultimo bando, che lo scalo va rilanciato perchè crea un importante indotto per il territorio. Non è voluto mancare nonostante non condivida le idee della Lega “…. ma chiunque porta idee per queste terre è il benvenuto”.
Il sindaco di Gallarate ha raccontato la sua esperienza: “Il mio è un Comune molto vicino all’aeroporto di Malpensa, oltre mille cittadini di Gallarate lavorano nel giro dello scalo milanese. Quando Malpensa attraversò un momento di crisi con meno di 7 milioni di passeggeri, la politica e l’imprenditoria hanno fatto squadra e lo scorso anno l’aerostazione ha toccato 24 milioni di passeggeri. Creare un indotto che lavora si può”. Un dato fornito da Cassani riguarda le tratte da e per Milano: quella più numerosa è con Catania, mentre Palermo è al 12° posto. Il Sud comunque risponde. Il deputato Tarantino ha elogiato la Provincia di Trapani definendola “un luogo bellissimo”: “Ho conosciuto Birgi con la guerra in Libia. Vi dico però che è la gente che decide dove si vola, non la politica. Birgi ha dato i suoi frutti, numeri rilevanti e attività che hanno lavorato intorno a questa economia. Avete un esempio da recuperare”.
L’imprenditore Dragotto, definendosi “politicamente trasversale” ha parlato della sua attività, la Sicily by car, presente con 20mila macchine in tutti gli aeroporti italiani ed ora anche in Albania, mantenendo oltre 500 famiglie: “Io non sono d’accordo sulle partecipate all’interno di un aeroporto. Musumeci deve mettere all’asta i lotti per un euro ed offrirli a privati, perchè senza i privati non ci sarà scampo per Birgi. Io qui ho perso un milione di euro ma non ho licenziato, ho dirottato tutto verso altri posti”. Dragotto chiede al numeroso pubblico presente perchè volare su Birgi, e pronta è arrivata la risposta: “Perchè bisogna trovare il territorio completo di tutti i servizi”. Ma, come ha ricordato il sindaco Di Girolamo, questa Provincia – dalle strade alle ferrovie – non ha servizi efficienti. I collegamenti tra Scorrimento Veloce, Autostrade e aeroporto sono progetti futuri, così come i sottopassaggi e le sopraelevante che andranno a sostituire i passaggi a livello. Poi Dragotto ha proseguito: “Musumeci vuole Birgi dentro Gesap che gestisce lo scalo di Punta Raisi, ma se lo scalo trapanese è in default come si fa? Si va in perdita? Ecco che Birgi dovrebbe trovare rotte esclusive, dirette ed allettanti”.
Sembra che dall’incontro organizzato dalla Lega, la politica si faccia da parte, sia quasi secondaria, dando invece risalto all’imprenditoria capace, ai privati quindi, alle intelligenze del territorio. L’ultimo e corposo intervento è stato quello di Salvatore Ombra titolare di Ausonia, ex presidente di Airgest. Dal 2007 al 2012 ha guidato la società che gestisce a terra lo scalo Birgi, in seguito dimessosi per presentarsi come candidato sindaco della Città di Marsala, quando venne eletta Giulia Adamo. “Ho lasciato un aeroporto fiorente, che aveva raggiunto 40 rotte e 2 milioni di passeggeri. Tutti dicevano che non ce l’avrei fatta e invece Birgi divenne l’aeroporto con la più alta crescita al mondo; in Italia aveva scalato le posizioni giungendo fino al 17° posto. La guerra in Libia – continua Ombra – aveva creato uno stallo; dopo 20 giorni ed un problema ad una torre con un solo aviere, siamo riusciti a ripartire, ma da 4 passammo a 3 aeromobili. Fu lì che il senatore Tonino D’Alì mi disse di portare lo scalo a risultato. Ci riuscì, ma nel 2012 a malincuore lasciai quella che era la mia seconda casa”. Salvatore Ombra ricorda di come il CdA di Airgest lo salutò brevemente: “Adesso invece un membro lascia l’incarico e fanno mille cerimonie. Airgest deve ricordarsi che una squadra funziona con un buon allenatore, perchè se gioca male va via lui non tutti gli 11 giocatori. E i presidenti che dopo di me hanno guidato lo scalo hanno chiuso qualsiasi dialogo, sono stati incapaci. L’incapacità gestionale e politica è stato un mix esplosivo”. Ed oggi Birgi conta appena 200mila passeggeri. Davvero un triste declino. Ombra si surriscalda: “Sono convinto che c’è una mano che vuole che la Provincia non cresca e che non cresca l’aeroporto di Birgi. La fine delle Province non ha aiutato, non ha aiutato la Regione assente con Crocetta prima e Musumeci dopo. E poi, come si fa a fare un bando copiato? Io avrei già mandato tutti a casa. E’ stato un diritto di Ryanair fare ricorso contro quel bando”.
Ombra successivamente ricorda gli 8 mesi passati prima del successivo bando di gara di 14 milioni di euro: “Un CdA capace doveva andare col bando in mano in giro per le fiere in Europa a cercare compagnie aree, perchè gli 11 milioni restanti da utilizzare fanno gola a molti”. Per Ombra insomma, è facile trovare dei vettori che possano volare da e per Birgi, ma bisogna trovare un Consiglio di Amministrazione competente nel suo lavoro. “Bisogna che Airgest, Regione, sindaci e magistratura si siedano in “conclave” per uscirne solo con una soluzione. Giuro che ho fatto meno fatica a far capire a Ryanair la bontà di questo territorio, che spiegare alle istituzioni locali di puntare sullo stesso territorio”. Dall’incontro sono emersi alcuni punti: volontà e capacità di rilanciare lo scalo (sembra banale ma non lo è), affidare lo scalo all’imprenditoria, cercare un dialogo con la politica; infine tutti i sindaci del trapanese devono fare squadra per presentarsi uniti.