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Processo Perricone, terminato l’esame della consulente contabile

Si è concluso ieri mattina, presso il tribunale di Trapani, l’interrogatorio della professionista, Francesca Cruciata, da parte della difesa. È stata l’ultima testimone ad essere sentita dalle parti del processo a carico dell’ex vicesindaco di Alcamo. La prossima udienza è stata fissata a fine gennaio 2019 e si procederà all’esame degli imputati.

Nel corso dell’udienza del procedimento giudiziario a carico dell’ex vicesindaco di Alcamo, Pasquale Perricone, svoltasi ieri mattina nell’aula del tribunale di Trapani, intitolata al magistrato Giangiacomo Ciaccio Montalto, è stata sentita dagli avvocati della difesa la consulente contabile della Promosud, Francesca Cruciata. La signora è stata l’ultima testimone sentita dalle parti del processo che si sta svolgendo davanti al presidente, il dottore Enzo Agate, e ai giudici a latere, la dottoressa Chiara Badalucco e la dottoressa Roberta Nodari. Il procedimento giudiziario è scaturito dall’inchiesta della magistratura denominata “Affari Sporchi” del 2016, nel quale, oltre allo storico esponente politico alcamese, sono imputati sua cugina, Maria Lucia Perricone (detta Mary), la sua sodale, Marianna Cottone, e il funzionario del centro dell’impiego di Alcamo, Emanuele Asta.

La consulente contabile è stata prima interrogata dall’avvocato Giuseppe Benenati che difende l’ex vicesindaco. In particolare, il difensore ha chiesto alla teste di precisare l’anno in cui la società Promosud, che si occupava della formazione professionale e di cui era amministratrice Marianna Cottone, ha trasferito la sua sede legale negli uffici di via Goldoni n. 6 ad Alcamo. Ciò alla luce delle visure camerali, mostrate in aula dal legale, nelle quali emerge che la citata società ha spostato la sua sede nell’estate del 2013 in via Goldoni, e non tra il 2010-2011 come affermato dalla professionista nelle sue dichiarazioni al pubblico ministero, la dottoressa Rossana Penna. Inoltre, l’avvocato Benenati ha domandato alla testimone se fosse possibile che si trattasse di un periodo posteriore al 2012, anno in cui si svolsero le elezioni amministrative della città e alle quali partecipò il figlio della consulente, candidato in una lista della compagine politica di cui faceva parte proprio Pasquale Perricone. Un dato temporale importante per la difesa: le riunioni politiche infatti si tenevano in via Ferro dove aveva allora sede la Promosud. La signora Cruciata ha risposto di non ricordare. Poi, è stato chiarito perché nel corso di una intercettazione ambientale, negli uffici della summenzionata cooperativa, lo storico esponente del PSI alcamese avesse sollevato dei problemi relativamente alle sedi delle società confluite tutte in via Goldoni. La consulente ha spiegato che detta esigenza nasceva dal fatto che il contratto di locazione dell’immobile, sito in succitata via, non prevedeva la sublocazione. A questa problematica si aggiungeva una questione di tipo fiscale: tutti i documenti relativi alle società erano collocati in un’unica stanza. Dunque, secondo il punto di vista della consulente le sedi legali di quella che è stata definita la galassia di società, gestite occultamente dall’ex vicesindaco, non potevano stare tutte lì.  Nel maggio del 2015, la professionista ha poi trasferito le sedi della Work in progress e Paidos presso il suo studio, e ne è diventata liquidatrice nel 2016. Sempre nello stesso anno è divenuta anche liquidatrice della società Ambiente e Servizi. Quest’ultima, in realtà, era già stata posta in liquidazione, nel 2012, anche se risultava ancora operante in un’intercettazione del 2015. Tale fatto è stato chiarito dalla teste. Infatti,  a causa del fatto che fosse irreperibile uno dei soci, la società Spazio Libero, la liquidazione non si era conclusa. Successivamente, l’avvocato Benenati ha domandato alla teste delucidazioni sulla società Imex riguardo un problema sull’eccesso degli utili sorto nel 2014. L’Imex è l’unica società nella quale figurava come amministratore l’ex vicesindaco di Alcamo e assieme alla Promosud, di cui egli era dipendente, restavano le sole società operanti in quel periodo. Nel settembre di quell’anno, la signora Cruciata era divenuta infatti consulente anche della Imex, la quale si era occupata fino ad allora di commercio con l’estero e, nello specifico, con Cuba. Dal 2014 in poi si è poi specializzata anche nell’ambito delle riparazioni. La teste ha spiegato che gli alti utili derivavano da un credito inesigibile. La vendita di circa 250 mila euro di due containers spediti nel dicembre del 2013 a L’Avana, è stata poi fatturata nel 2014. Quindi, suddetti utili avrebbero dovuto essere caricati nel bilancio del 2013. Sui costi sostenuti dalla società Promosud, è stato spiegato che questi venivano ribaltati su Paidos, Work in progress ed Imex. Con queste società si era creato un rapporto di “dare e avere”. È stata la consulente Cruciata a proporre una compensazione tra debiti e crediti. Inoltre, nell’ambito dell’Avviso 6, concernente la formazione professionale, è stata fatta chiarezza dalla teste sulla necessità di “sistemare le carte” a seguito di una ispezione della DELOITTE, la società di controllo dei fondi europei incaricata dalla Regione Sicilia. Nell’ambito di quel controllo fu rilevata l’insufficienza dei preventivi (solo uno) previsti dalla gara. Inoltre, la verifica è stata sospesa per il disordine della documentazione. Una circostanza diversa da quello dell’Avviso 6, ha precisato la teste, era quella relativa al bilancio della Promosud, di cui era già stato fatto il deposito formale necessario all’accreditamento regionale. Infine, alla testimone è stato chiesto con chi intratteneva i suoi rapporti durante la sua collaborazione con la CEA in qualità di consulente contabile della stessa. La professionista ha affermato di essersi interfacciata con Mary Perricone e di non aver ricevuto indicazioni da Pasquale Perricone relativamente a questa società. Inoltre, la teste ha dichiarato di non aver mai visto in via Goldoni il liquidatore della Cea, il dottore Pasquale Russo, imputato in un processo parallelo. Dopo, la teste è stata interrogata dal difensore di Marianna Cottone, l’avvocato Franco Messina, il quale le ha chiesto di specificare i suoi rapporti con Pasquale Perricone. La consulente contabile ha precisato che detti rapporti sono legati alla conoscenza  ventennale con il marito. Quest’ultimo era stato infatti socio della Alcaexpo, la società che diventerà nel 2005 Promosud. Poi, è stato chiesta alla consulente quali fossero i rapporti all’interno della menzionata società e quale soggetto prendeva le decisioni. “Perricone dava a Marianna Cottone le direttive”, ha affermato la teste. Durante il contro esame, effettuato dal pubblico ministero, la signora Francesca Cruciata ha infine fornito una gerarchia dei ruoli all’interno della Promosud: Pasquale Perricone, Marianna Cottone, Vitalba Palmeri e la stessa teste.

Nel corso dell’udienza di ieri, il presidente Enzo Agate, ha letto l’ordinanza con la quale ha rigettato la richiesta dell’avvocato Giuseppe Junior Ferro sull’eccezione di utilizzabilità delle intercettazioni. L’ordinanza stabilisce che l’ufficio di via Goldoni non può essere considerato come dimora privata. Inoltre, la difesa può esercitare i suoi diritti sin dall’avviso delle indagini preliminari. La prossima udienza è stata fissata a fine gennaio 2019 e si procederà all’esame degli imputati. Il pubblico ministero ha chiesto che per primi vengano sentiti Marianna Cottone ed Emanuele Asta.

Linda Ferrara

redazione

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