Dopo la requisitoria del pubblico ministero, avvenuta lo scorso 26 novembre, ieri è stata la volta degli avvocati delle parti civili costituitesi nel procedimento giudiziario a carico dell’ex senatore Antonino Papania, del suo collaboratore parlamentare, Massimiliano Ciccia, e di altri sei coimputati.
Nel corso della mattinata di ieri, presso il tribunale di Trapani, davanti al giudice, il dottore Franco Messina, si è svolta l’udienza del processo sul voto di scambio ad Alcamo alle elezioni amministrative del 2012. Il procedimento giudiziario, iniziato nel 2014, concerne, in particolare, la fase del ballottaggio tenutasi nel maggio di sei anni fa. Il 26 novembre scorso, il pubblico ministero, il dottore Franco Belvisi, ha formulato la richiesta di condanna ad un anno e sei mesi di reclusione per l’ex senatore del Partito Democratico, Antonino Papania (detto Nino), e un anno per il suo braccio destro, Massimiliano Ciccia. Inoltre, è stato chiesto un anno anche per Leonardo (padre) e Giuseppe (figlio) De Blasi, per Leonardo Vicari, Giovanni Renda e per Filippo Di Gaetano. Invece, per Davide Picciché, il magistrato trapanese ha chiesto l’assoluzione.
La requisitoria del 26 novembre del dottore Belvisi è stata condivisa ieri dalle parti civili, le quali hanno espresso la medesima pena per gli imputati succitati e l’assoluzione per il Picciché. Solamente l’avvocato Giuseppina Barone ha illustrato la sua richiesta oralmente al giudice Messina affermando: “La partecipazione degli elettori in questo caso è simbolica, perché non vengono fatte esose richieste di risarcimento civilistico, ma è simbolica nella misura in cui si vuole sottolineare che, più degli altri processi, questo ha una rilevanza pubblicistica specifica. Ed è per questo che riteniamo che lo Stato, in questo caso incarnato dalla signoria vostra, debba condannare e reprimere questi tentativi di lesione di un valore costituzionalmente garantito e che è la libertà di voto”. Il legale, nel corso delle sue conclusioni, ha ricordato che il processo in corso è nato in modo “fortuito”, ossia dall’indagine del febbraio 2012 denominata “bomba carta” a causa dell’attentato alla segreteria politica dell’ex senatore Antonino Papania, sita in via Roma, ad Alcamo. Mediante le intercettazioni ambientali, sono stati individuati tre soggetti responsabili dell’attentato, i pluripregiudicati Antonino Mistretta, Francesco Domingo e Vincenzo Amato, ma gli inquirenti hanno anche percepito che l’atto intimidatorio, ai danni dell’ex senatore della Repubblica, non rappresentava altro che una ritorsione nei confronti dell’allora parlamentare per non aver mantenuto una promessa di lavoro. Infatti, i tre pregiudicati erano soliti avanzare le loro richieste al politico alcamese avvalendosi dei rapporti con Davide Picciché, considerato un autista tutto fare del Papania. Da quelle indagini sono emersi rapporti intrattenuti dall’ex parlamentare del PD con altri soggetti, in particolare, con alcuni coimputati nel processo in corso.
Infatti, il procedimento giudiziario che si sta svolgendo davanti al giudice Messina è l’ultimo dei tre filoni ( uno si è diviso in due) riguardanti la competizione elettorale del 2012, terminata con la vittoria del candidato sindaco Sebastiano Bonventre del centro-sinistra, all’epoca appoggiato dall’ex senatore, per soli 39 voti di distacco dal suo avversario, l’avvocato Niclo Solina, quest’ultimo parte lesa nel processo in corso. Infatti, gli altri due procedimenti (entrambi di primo grado), aventi ad oggetto il reato di voto di scambio, relativamente alle citate elezioni amministrative, e concernenti in particolare la fase preelettorale, si sono conclusi. Il primo, nel quale Antonino Papania e Massimiliano Ciccia sono stati condannati per lo stesso reato insieme ad altri coimputati ( http://www.itacanotizie.it/voto-di-scambio-ad-alcamo-ecco-le-motivazioni-della-sentenza-che-ha-condannato-papania/ ), si è svolto con rito abbreviato davanti al giudice Lucia Fontana ed è terminato nel 2016; il secondo, invece, si è tenuto davanti al giudice Piero Grillo, e si è concluso quest’anno con la condanna dell’ex consigliere comunale dell’Italia dei Valori di Alcamo, Antonio Nicolosi( http://www.itacanotizie.it/voto-di-scambio-ad-alcamo/). Altra sottolineatura dell’avvocato Barone, durante la sua esposizione, è stata quella relativa all’ammontare del “prezzo” del voto (50 euro) e all’accertamento del passaggio di denaro dall’ex onorevole ad alcuni soggetti coimputati (i due De Blasi, Vicari e Renda) per il lavoro di procacciamento dei voti, fatto dimostrato, secondo il legale, dal pubblico ministero. Inoltre, è stato rilevato dall’avvocato Barone che il rimborso del carburante sarebbe stato necessario per compiere suddetto lavoro. Gli avvocati delle altre parti civili hanno depositato a fine udienza le loro conclusioni scritte. La prossima udienza è stata fissata l’11 dicembre prossimo.
Di seguito riportiamo un’intercettazione del 21 aprile 2012, antecedente al primo turno delle amministrative svoltosi il 6 e il 7 maggio dello stesso anno.
I De Blasi discutono con Leonardo Vicari del “prezzo di mercato” di un voto e del modo di identificarlo nelle varie sezioni.
Leonardo De Blasi: “… i soldi mi deve dare Papania … Nanà (Leonardo ndr) esci un pò fuori, che devo dire due parole al Senatore…..i miei venti voti ci sono, ti posso pure dire le sezioni….”
Leonardo Vicari: “l’hai visto cosa ha detto: non parliamo troppo ragazzi”….
Leonardo Vicari: “dovete essere con Gaetano … però ha detto: a me piacciono queste cose … m i piacciono, però dovete essere con Gaetano … il fate dei voti, dei venti voti di quello …ha detto: li esco i soldi … però dovete essere … non ne dovete parlare qua …”
Leonardo De Blasi: “ci si debbono dare i soldi”
Giuseppe De Blasi: “quali venti voti di quello, Nanà? … di quel ragazzino” …
Leonardo vicari: “champagne” quante ne ha … cinquanta euro a voto” …
Leonardo Vicari: “cinquanta euro a voto”
Leonardo De Blasi “cinquanta euro a voto”
Leonardo Vicari: “già possiamo prendere impegni” ….
Leonardo De Blasi: “però ci debbono dare il numero delle sezioni “
Leonardo Vicari: “però ci debbono dare tutte cose prima dei soldi “
Leonardo De Blasi: “se c’è qualche amico suo, ci possiamo parlare pure … però non spargiamo troppo la voce “
Leonardo De Blasi: “queste cose non si possono fare” …
Leonardo De Blasi: “cerchiamo i voti”
Leonardo Vicari: “anzi domani ci facciamo dare un blocchettino … cinquanta voti … però soltanto a quelli di rintra rintra (molto vicini) … cinquanta euro … ad ogni voto … cinquanta euro”…
Leonardo De Blasi: “…quello lo sai quanto gli ha chiesto? … il “pignaloro” (abitante il Villaggio Regionale) … Roberto”
Leonardo Vicari: “quanto?”
Leonardo De Blasi: “ …duemila euro”
Leonardo Vicari: “per venti voti?”
Leonardo Vicari: “… cento euro a botta” …
Leonardo Vicari: “cento euro a voto … cento euro a voto”
Giuseppe De Blasi: “ …ma il senatore tutti questi soldi esce Nardino (Leonardo ndr)?”
Linda Ferrara