Nel corso dell’udienza di mercoledì mattina, oltre alla professionista, la signora Francesca Cruciata, sono stati interrogati altri quattro soggetti, tra cui il dottore Cristofaro Ricupati, ex segretario generale del Comune di Alcamo, e Leonardo Impastato, presidente della COGEM, una delle società costituenti l’ATI che si aggiudicò l’appalto dei lavori del porto di Castellammare del Golfo.
Si è svolta nella mattinata di mercoedì un’altra udienza del processo, nato dall’inchiesta “Affari Sporchi” della magistratura trapanese, a carico dell’ex vicesindaco di Alcamo, Pasquale Perricone, e di altri tre coimputati: Maria Lucia Perricone, Marianna Cottone ed Emanuele Asta.
Durante il procedimento giudiziario, tenutosi davanti al collegio del giudici del tribunale di Trapani, formato dal presidente, il dottore Enzo Agate, e dai giudici a latere, la dottoressa Chiara Badalucco e la dottoressa Roberta Nodari, sono stati sentiti cinque soggetti chiamati a testimoniare dal pubblico ministero, la dottoressa Rossana Penna.
Innanzitutto, sono stati interrogati Francesca Gebbia e Mauro Di Gaetano, due ex allievi del corso di apprendistato “Il lavoro di fabbro in ferro”, organizzato dalla Promosud società consortile, svoltosi tra il 2011 e il 2012, in via Goldoni n° 6, dove si trovava la sede operativa della galassia di società che sarebbe riconducibile allo storico esponente del PSI alcamese, secondo la procura trapanese. Entrambi i testimoni hanno raccontato di avere superato una selezione scritta (un quiz a risposta multipla) prima di accedere al corso teorico e pratico (un tirocinio presso un artigiano locale), progettato dalla citata società e finanziato dai fondi europei. Inoltre, sia la signora Gebbia che il signor Di Gaetano hanno affermato di avere effettuato una visita medica, necessaria per poter accedere al corso. A tutti e due è stata sottoposta la visione di alcune foto dal pubblico ministero, con l’invito a segnalare il numero dell’immagine specifica, tra quelle numerate in sequenza, ritraente il luogo della sede della Promosud. I due testimoni hanno poi indicato, all’interno dell’aula Giangiacomo Ciaccio Montalto del tribunale di Trapani, i soggetti presenti nella sede della società che disponeva i corsi: Pasquale Perricone e Marianna Cottone. Quest’ultima, ricordiamo, era la legale rappresentante della succitata cooperativa, amministrata occultamente, secondo l’accusa, dall’ex vicesindaco di Alcamo. Inoltre, gli ex allievi hanno affermato di non ricordare di aver partecipato ad un convegno conclusivo del corso di apprendistato che si sarebbe dovuto svolgere al Centro Congressi Marconi, ma che, secondo la tesi della pubblica accusa, non si sarebbe mai tenuto. Sia la signora Gebbia che il signor Di Gaetano hanno dichiarato poi di non avere mai ricevuto richiesta di ritornare parte della somma percepita durante il corso (circa 8 mila euro in totale). Solamente il secondo dei due soggetti citati ha invece raccontato di avere trovato lavoro a seguito di quest’esperienza, presso l’artigiano dove aveva effettuato lo stage.
Successivamente, è stato chiamato a deporre l’ex segretario comunale di Alcamo (dal 2006 al 2016), il dottore Cristofaro Ricupati. Nello specifico, l’ex dirigente a capo dell’ente ha risposto alle domande sulla vicenda concernente un ordine di servizio emesso, nell’estate del 2014, dallo stesso nei confronti di una lavoratrice ASU del Comune di Alcamo, Rosalia Bonura. Infatti, l’ex segretario, con citato atto, aveva destinato alla pulizia dell’arenile di Alcamo Marina 26 lavoratori, tra cui la signora Bonura per l’appunto. Quest’ultima, ha poi presentato un’istanza con la quale chiedeva di essere sospesa dal servizio, perché doveva accompagnare il marito, Ignazio Melodia (appartenente alla famiglia mafiosa di Alcamo). La domanda è stata poi rigettata dal dottore Ricupati. In seguito, il provvedimento di diniego è stato di fatto bypassato dalla delibera di giunta n° 279 del 7 agosto del 2014 (Perricone non faceva più parte dell’amministrazione guidata da Sebastiano Bonventre dall’agosto 2012), riservando un trattamento differente nei confronti di altre due lavoratrici e per le quali era stato disposto il “licenziamento”. Nel corso di un Consiglio comunale, ha dichiarato l’ex segretario comunale, è stato avvicinato da un consigliere comunale, Pasquale Raneri, che avrebbe perorato la causa della signora perché “Doveva dare delle risposte a delle persone”. Tale episodio ha poi condotto il dottore Ricupati a fare una denuncia presso i carabinieri della Compagnia di Alcamo. Il teste ha dopo raccontato di avere conosciuto Perricone nel 2012, essendo quest’ultimo diventato vicesindaco e assessore all’urbanistica della giunta Bonventre insediatasi quell’anno. La carica, come ha ricordato lo stesso dottore Ricupati, è durata pochi mesi, dato che Perricone si è dimesso per concorrere alle elezioni regionali. All’interno del consesso civico alcamese, l’ex vicesindaco, continuava ad essere rappresentato politicamente da alcuni consiglieri di fiducia: Lorena di Bona, Gaetano Intravaia e Antonino Pipitone. Tutti e tre facevano parte del movimento politico Area Democratica, capeggiato da Pasquale Perricone per l’appunto, e si sono interessati alla vicenda della lavoratrice ASU. Nell’inchiesta della magistratura trapanese, inoltre, emerge lo stesso interessamento dell’ex vicesindaco di Alcamo, il quale interloquiva in merito sia con l’allora sindaco, il dottore Bonventre, sia con il dirigente del settore Risorse Umane dell’epoca, il dottore Marco Cascio.
Dopo l’esame dell’ex segretario del Comune di Alcamo è stato sentito il signore Leonardo Impastato, presidente della COGEM dal 2001 al 2007, una della società facente parti dell’ATI che si aggiudicò l’appalto dei lavori di ampliamento del porto di Castellammare del Golfo. Il signore Impastato è anche ex marito della signora Annamaria Emmolo (si sono separati nel 2010), sorella dell’imprenditore Vito Emmolo, chiamata a testimoniare nelle due udienze precedenti(www.itacanotizie.it/processo-perricone-sentiti-gli-amministratori-della-cogem/ ). Il signor Impastato, innanzitutto, è stato sentito in merito alla lettera minatoria trovata, nel 2014, dalla ex moglie sul parabrezza della fiat punto bianca da lei utilizzata, e ricondotta alla vicenda dei lavori del porto di Castellammare del Golfo. Il testimone rappresentava la Cogem nella fase cruciale dell’appalto del suddetto porto ed ha raccontato che la proposta di partecipare alla gara è stata avanzata al cognato, Vito Emmolo, da Domenico Parisi, dipendente della Cea. In questa fase, ha spiegato il teste, si è tenuto un incontro nei locali della sede della citata società, in via Tre santi (diventata poi via Goldoni), nel corso del quale Domenico Parisi gli ha presentato l’ingegnere Mauro Gnech della COVECO, la capogruppo dell’ATI che si è poi aggiudicata l’appalto dei lavori di ampliamento del porto di Castellammare (2005). A quell’incontro, ha affermato il signor Impastato, erano presenti anche il geometra Vincenzo Mancuso, Mario Giardina e Pasquale Perricone, il quale conosceva già il tecnico del Consorzio Veneto.
Infine, è stata sentita una professionista, Francesca Cruciata, ex consulente contabile dello storico esponente del PSI alcamese. La teste ha spiegato che i suoi rapporti con la CEA risalgono al 2002, anno in cui si occupava di partiche relative al personale. Allora il legale rappresentante della citata società era Rosario Agnello, considerato dall’accusa una “testa di legno” di Pasquale Perricone. A darle l’incarico è stata Maria Lucia Perricone, detta Mary, cugina dell’ex vicesindaco. Detto lavoro è poi cessato nel 2004. Dal 2009, invece, la teste ha iniziato a lavorare per la Promosud. All’epoca, Pasquale Perricone era un dipendente della società rappresentata legalmente da Marianna Cottone. Sono stati i due a darle l’incarico di occuparsi anche delle società Paidos, Work In Progress e Dafne. Inizialmente, i locali presso cui si trovavano le società erano ubicati in via Ferro ad Alcamo, dove sono rimaste fino al 2011 quando, la Promosud e tutte le altre società, si spostano nella sede di via Goldoni. In via Ferro, erano presenti anche la segretaria Vitalba Palmeri, ascoltata durante la precedenza udienza, e Mario Giardina, dipendente della Imex, l’unica società nella quale l’ex vicesindaco figurava come amministratore. Con questa società Perricone tenterà, secondo l’accusa, di ottenere il ramo d’azienda della Cea, costituito dalle categorie SOA, dal commissario liquidatore della società, Pasquale Russo, funzionario nominato dalla Regione Sicilia e attualmente imputato in un procedimento parallelo. Come succitato, la sede della società Promosud è stata spostata in via Goldoni dove si sono tenuti i corsi di formazione e apprendistato, alcuni dei quali fittizi. Di tali corsi, la teste si era occupata della rendicontazione, tra cui quello relativo all’avviso regionale 6 “Il lavoro di fabbro in Ferro”. Dal 2011 al 2014, inoltre, Francesca Cruciata ha svolto la funzione di revisore dei conti del Comune di Alcamo. Come da lei stessa raccontato, è stato l’ex vicesindaco a sponsorizzare la sua nomina in Consiglio comunale. Nel 2014, la signora Cruciata, ha iniziato ad occuparsi anche della parte fiscale delle società, in sostituzione del commercialista Vincenzo De Luca. La Paidos e la Work in progress erano state già messe in liquidazione quando è diventata liquidatrice di un’altra società: Ambiente e Servizi. Sempre nello stesso anno, le sono stati affidati degli incarichi di docenza in corsi di apprendistato che la stessa ha definito “Docenze fantasma” e, in particolare, delle attività didattiche che dovevano essere effettuate nel corso “Operatore punto vendita” ad Alcamo. Invece, il corso che doveva svolgersi a San Giuseppe Jato, organizzato dalla Dafne, non è mai partito. La teste ha spiegato che i corsi di apprendistato si svolgevano solamente quando dovevano essere controllati dal dirigente del centro per l’impiego di Alcamo, il funzionario Emanuele Asta. Il giorno prima, sia i docenti che i ragazzi venivano contattati da Marianna Cottone e Vitalba Palmeri, verosimilmente avvisate dal citato dirigente.
Nel corso dell’udienza, Emanuele Asta ha revocato l’incarico al suo avvocato Graziano D’Angelo. Continuerà ad essere assistito dall’altro suo legale, il dottore Vincenzo Catanzaro. La prossima udienza è stata fissata il 19 dicembre alle 9.30.
Linda Ferrara