Noi abbiamo tutto il rispetto massimo per le sigle sindacali. Hanno una storia e una tradizione alternativamente radicata nel territorio. Si battono per questioni nazionali e non trascurano temi locali. Hanno attraversato momenti difficili e noi apparteniamo alla generazione di quanti, al sorgere di qualche problema, si sentivano apostrofare: “e il sindacato che fa?”. Qualche volta, lo confessiamo, siamo persino qualunquisticamente stati dalla parte di quanti avrebbero fatto a “fettine” i rappresentanti dei lavoratori, dimenticando che le dittature iniziano ad affermarsi chiudendo le sedi dove si pratica la democrazia, prime fra tutte i sindacati. I casi storici del Fascismo del Nazismo e del Franchismo sono emblematici. Dopo avere passato il secolo scorso a combattere per migliorare le condizioni di vita nei luoghi di lavoro, si è passati alla difesa dei posti, infine da un decennio a questa parte i sindacati si sono trasformati sempre più in luoghi dove si fa (soltanto?) assistenza fiscale. Ogni tanto qualche sciopero, ma quasi sempre sui temi nazionali. Ora noi siamo convinti, non so se ci capite, che il proliferare delle nuove sigle sindacali sia dovuto anche alla nascita dei cosiddetti Caf. Facevamo questo ragionamento leggendo di uno sciopero nazionale proclamato per oggi dai comparti della scuola, del trasporto e della sanità. L’astensione dal lavoro è stata proclamata dalle sigle sindacali Usi, Cub, Sgb e Sial Cobas contro la manovra del governo ritenuta testualmente “né popolare né espansiva”. Mancano le sigle tradizionali ma poco importa. Quello che più ci preme appurare, partendo dalla nostra città e dalla nostra provincia e vi assicuriamo che lo faremo, quanti lavoratori dei settori interessati aderiranno a questo sciopero. E gli uffici Caf di queste sigle domani resteranno chiusi? Si terranno a Marsala, a Trapani e in altre realtà vicine, manifestazioni per spiegare il motivo di tale astensione dal lavoro? I sindacati, così come i partiti (ormai defunti), hanno il compito di rappresentare gli iscritti e le loro rivendicazioni, per adesso tutti, sia quelli che che aderiscono allo sciopero che gli altri, latitano in quanto a rappresentanza. Ci permettiamo di suggerire di tornare nelle fabbriche ad ascoltare i lavoratori. Nel frattempo cerchino di unirsi per proporre idee e progetti per l’occupazione, tema che riguarda la gente in modo sempre più pregnante.