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Lo voglio in mano

La mattina presto amo scendere al bar sotto casa e fare colazione con caffè e cornetto, mi siedo al tavolino e leggo il quotidiano “Marsala c’è”, in questo modo trascorro dieci minuti di relax e percepisco benessere per il corpo e la mente. Giorni fa erano seduti al tavolo accanto al mio, quattro simpatici pensionati, amici fra loro, due di essi si contendevano l’unica copia del giornale che era sul tavolo, ansiosi di leggere le notizie.

Un terzo disse ad uno dei due contendenti: «Ma lasciaglielo, ormai il giornale si può leggere online» e quello rispose: «Online, proprio per niente, io il giornale, lo voglio in mano, lo devo toccare, sfogliare, sentirne l’odore!». Questa frase mi ha fatto molto riflettere, perché in realtà anche a me piace leggere il giornale in cartaceo al bar la mattina, eppure non mi manca la competenza digitale, né gli strumenti informatici. Mi sono chiesta: il giornale online e i libri in formato elettronico, meglio conosciuti col nome di e-book, che ormai rappresentano il futuro, sono davvero graditi a tutti? Si parla tanto del fatto che riviste e quotidiani in cartaceo spariranno, le edicole chiuderanno ed anche le librerie, non ci saranno più libri nella accezione classica del termine.

Il libro prende vita il momento in cui va nelle mani del lettore che può arricchire con la fantasia i momenti della sua vita. In un libro quello che è più importante non sono tanto le parole scritte, ma quelle che non ci sono, gli spazi vuoti in cui il lettore può godersi il momento sognando ad occhi aperti. Appartengo sicuramente alla generazione digitalizzata, tuttavia, anche se uso il computer e gli altri devise quotidianamente e peraltro li ritengo utilissimi e comodi, sono convinta che il libro sia un compagno insostituibile della giornata di ogni persona. In verità ho sempre sostenuto la supremazia della carta stampata, penso che l’impareggiabile odore della carta, quando si prova ad avvicinare un libro al naso, è in grado di far sognare! Qualcuno ha scritto: «Le inaugurazioni passano e restano nella memoria, le mostre finiscono e rimangono nelle biografie, i libri, invece, sono la prova tangibile di un importante documento che, tra il rumore delle pagine che girano e raccontano, e l’odore della carta stampata, lasciano un segno nella storia».

Maria Grazia Sessa

redazione

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