Gli uomini della Questura di Trapani, guidata da Claudio Sanfilippo, hanno arrestato a Vita il latitante mafioso Vito Marino. Si tratta di uno dei due soggetti condannati all’ergastolo per la strage avvenuta a Brescia nel 2006, quando il 28 agosto la comunità locale apprese del tragico ritrovamento nella villa di famiglia dei corpi senza vita dell’imprenditore Angelo Cottarelli, della moglie Marzenna e del 17enne figlio Luca.
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Lo scorso ottobre, la Corte di Cassazione ha confermato la condanna all’ergastolo per Vito Marino, annullando quella per il cugino Salvatore, con il conseguente rinvio degli atti alla Corte d’Appello per un nuovo processo. I Marino si erano però resi irreperibili dal 2016. Nei confronti di Vito Marino, dei suoi familiari e dei suoi complici era stato disposto nel 2015 anche un maxi sequestro per un totale di 13 milioni di euro (40 beni immobili, 33 tra conti correnti e rapporti bancari di altra natura, 5 beni mobili registrati, 13 società/imprese), ritenuti frutto di condotte illecite.
Come spiegato nel corso della conferenza stampa tenutasi presso la Questura di Trapani, Vito Marino è stato sorpreso mentre dormiva, presso l’ovile di un pastore pregiudicato, Gaspare Simone, anch’egli arrestato con l’accusa di favoreggiamento. Le indagini indagini che hanno portato alla cattura di Marino (parente del boss di Paceco “Mommo u nano”, assassinato negli anni ‘80) sono state condotte da Sco e squadre mobili di Palermo e Trapani, sotto il coordinamento del capo della Dda Francesco Lo Voi e dall’aggiunto Paolo.