La parola è di moda. Per contrastare il fenomeno delle assunzioni (e quant’altro), da qualche tempo si procede per individuare i più meritevoli per occupare i posti. Ci sarebbe da approfondire sulla qualità degli esaminatori e sul modo come gli stessi vengano individuati, ma questo è un altro discorso. Siamo in Italia e fatta la legge trovato l’inganno. Non solo per questo ma anche per tanti altri motivi, siamo sempre stati contrari alle preselezioni per accedere per esempio ad un corso di laurea. Naturalmente i più appetibili sono quelli che nella convinzione popolare possono dare accesso, terminati gli studi, ad un lavoro quasi certo. Medicina, farmacia ed affini sono tra le facoltà in cui si presentano per accedervi ogni anno migliaia di giovani. Alcuni, tanti, provengono da studi preselezione fatti da privati con corso che costano …un occhio della testa. Altri tentano con preparazioni fai da te. Almeno mille candidati, aggirando i controlli, si sarebbero connessi ad Internet durante i test d’accesso alla facoltà di Medicina e Chirurgia il 4 settembre scorso. La maggior parte dall’Emilia Romagna e dalla Sicilia ( per la serie non ci facciamo mancare nulla). E’ il risultato di un’indagine commissionata dallo studio legale Leone-Fell di Palermo, specializzato nei ricorsi degli studenti esclusi, all’esperto informatico Antony Russo che lavora a Londra. Un report che dimostra che durante i 100 minuti di svolgimento del test domande specifiche e parole chiave della prova hanno avuto un’impennata di ricerche su Google, sebbene sia vietato l’uso degli smartphone e di altri dispositivi che dovrebbero essere consegnati prima dell’inizio delle prove. Insomma hanno copiato. Della cosa si sta interessando la Procura della Repubblica di Palermo. Ora noi abbiamo un’idea: quale soluzione meritocratica migliore se non quella di dare accesso all’iscrizione a tutti. La selezione la si potrebbe attuare anno per anno con le bocciature nelle varie materie. Andrebbero avanti i più meritevoli e forse anche qualche raccomandato, pazienza. Come dite? Era così fino a pochi anni fa? Bene ritorniamo indietro che forse in questo caso potrebbe significare andare avanti.