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Una volta volavano i fenicotteri…

E’ bello guardare i tanti “aquiloni” colorati volare in acqua… ma anni fa qui sorvolavano i fenicotteri. E’ una frase che mi sono sentita dire tempo fa, addirittura prima dell’esplosione della stagione estiva. Mi fece riflettere molto. Ma oggi quella frase assume un significato diverso. Da fine giugno a qualche giorno fa, sono ben tre le vittime del kitesurf nelle calde e basse acque dello Stagnone. Il primo per un malore, il secondo probabilmente a causa dell’inesperienza, il terzo per non aver accuratamento ascoltato l’allerta meteo della Protezione Civile. Negli ultimi anni, la Riserva delle Isole dello Stagnone è stata presa d’assalto da tanti kiters che vengono qui ad allenarsi da ogni parte d’Europa. E’ un luogo ideale la “laguna”, così come la chiamano, una delle più sicure al mondo. In teoria. Ma in realtà non è (più) così e allora mi sento di fare qualche riflessione in merito. In poco tempo, con apposite ordinanze, le aree in cui praticare lo sport si sono estese ed oggi, tra i moli, i kiters possono scendere in acqua e sbizzarrirsi in freestyle.

Ogni tanto qualche bagnante è costretto ad abbassarsi la testa per far scendere dal molo in acqua un kite; molto più spesso chi esce con la barca al largo si vede passare ad un metro e ad una notevole velocità, uno di questi aquiloni, cosicchè il rischio in mare cresce. Poi penso anche ai pescatori o a chi comunque si diletta allo Stagnone con regolare autorizzazione della Provincia (che ha anche un costo). Alcuni li ho anche incontrati lungo il litorale, ed hanno manifestato più volte il loro malcontento perchè, quando si alza il vento e così anche i kitesurf, praticare la pesca con la canna da fermo o a bordo diventa difficoltoso. Per quanto riguarda la regolamentazione all’interno della Riserva dello Stagnone, si fa riferimento al decreto assessoriale n. 198 del 24 maggio del 2000. All’articolo 4 si afferma che è vietato “… esercitare attività sportive che compromettano l’integrità ambientale e la tranquillità dei luoghi, quali automobilismo, trial, motociclismo, motocross, deltaplanismo, ecc.”. Non è il caso di rivedere la norma specifica? Quel “eccetera” aperto e che lascia libertà di interpetazione comprende anche il kitesurf? Quando sempre l’articolo 4 dice: è vietata “… qualsiasi forma di disturbo alla fauna selvatica” si riferisce anche ai kite? Partendo dal decreto bisogna iniziare a pensare ad una più stretta regolamentazione di questo sport, importantissimo per il turismo della nostra Città; in tanti hanno addirittura acquistato delle case a Marsala.

Ma forse Marsala non era pronta a questo “assalto” improvviso. Partiamo innanzitutto dalla mancanza di segnaletica turistica: è facile notare nel lungomare nord le scritte blu “Kite” per indicare quelle che erano le “vie del sale”. Secondo: a che punto è l’iter che dovrebbe portare le saline di Marsala, Trapani e Paceco a far parte del Patrimonio Unesco? Non se ne parla più da tempo. Terzo: Marsala, anni fa, aveva fatto anche delle richieste alla Provincia per ottenere la gestione della Riserva, ma proposta e successivo percorso sono stati stroncati sul nascere. Infine, parliamo di strutture ed impianti. Villa Genna, polmone verde della zona, non si sa bene ancora quando tornerà pienamente fruibile dopo l’affidamento della gestione; le scuole di kitesurf potrebbero organizzarsi meglio ed il Comune potrebbe fare dei bandi per creare dei chioschi al fine di valorizzare il litorale ed organizzare eventi al tramonto o serali. Proprio ieri sul tema è intervenuta anche l’Associazione Strutture Turistiche di Marsala, guidata da Gaspare Giacalone che lamenta, tra le altre cose, anche l’assenza di una torretta per monitorare l’attività da terra e di un presidio medico. Insomma, Autorità e Forze dell’Ordine devono sedersi ad un tavolo ed intervenire, non è più tempo di attendere altre morti.

redazione

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Tags: fenicotteri