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Assostampa: sui suicidi si faccia un’informazione responsabile e non sensazionalistica

Il caso del suicidio di una giovane a Marausa e quello di un 39enne a Castelvetrano, pubblicati lunedì scorso e oggi da due siti on line locali, impone una riflessione sulle modalità con cui sono state riportate le notizie e sul rischio “emulazione” che l’attenzione mediatica a casi di suicidio può generare, in particolare sugli adolescenti e i giovani.
L’Assostampa Trapani ricorda a tutti i colleghi quanto suggerito dall’OMS, l’Organizzazione mondiale della sanità,  e dalla “Carta di Trieste”, codice etico per i giornalisti, in questi casi.
Come sottolinea la stessa FNSI, già dal 1996 l’OMS ha consigliato alle nazioni di attuare programmi di prevenzione del suicidio con strategie mirate ad ampio raggio. Nella lunga e articolata lista delle strategie consigliate si legge: “incoraggiare un’informazione responsabile da parte dei media”.
Numerosi studi e ricerche dimostrano infatti la correlazione tra notizie riportate da Tv, giornali e internet, inerenti il suicidio e l’aumento di questo fenomeno nel periodo immediatamente successivo.
Allora, quale tipo di informazione può danneggiare?
1. Un’informazione dell’episodio del suicidio con:
•descrizioni dettagliate del fatto;
•la pubblicazione di fotografie o, nel caso della televisione, le riprese del fatto;
•la pubblicazione di nome, cognome e indirizzo della persona che ha compiuto il suicidio o di altri elementi di identificazione, comprese le iniziali anagrafiche;
•la pubblicazione della notizia in prima pagina, con tanto di locandina o come notizia in apertura di un telegiornale;
•la descrizione particolareggiata del luogo, del tempo, delle modalità (metodo) e dei moventi ipotizzati.
2. Un’informazione che rappresenti il suicidio come un atto di difesa della propria dignità da parte di chi lo compie o addirittura come un gesto eroico o romantico.
3. Un’informazione di stampo sensazionalistico o scandalistico al fine di attirare un maggior numero possibile di lettori o di pubblico.
4. Un’informazione che descriva il suicidio come unica soluzione possibile per quella persona.
5. Un’informazione che insista sulla ricerca dei “colpevoli” ovvero di coloro o di quelle circostanze che avrebbero spinto la persona a compiere il gesto. 6. Un’informazione che esprima giudizi o analisi affrettate e non pertinenti.
L’Assostampa Trapani quindi invita i colleghi, e in particolare i direttori responsabili dei siti on line, a porsi queste considerazioni prima di pubblicare ancora notizie su un suicidio.

Audrey Vitale

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