Categorie: Lettere

Scrive Fiorella Bonifacio a proposito di Marsala, cultura e certi sketch…

Egregio Direttore,

leggendo l’editoriale di giovedì scorso “Emergenza cultura a Marsala” e la lettera dell’ex consigliere comunale Lillo Gesone sulla “Fine di un’opportunità mai nata” e condividendone totalmente i contenuti, mi sono venuti in mente alcuni sketch teatrali a cui ho assistito in questi mesi che ho trascorso a Marsala per un mio progetto che ho chiamato “Marsala Factory” e che ha portato il nome della città sulle frequenze di Radio Capital, nella totale indifferenza dell’amministrazione comunale. Il suo nome contiene l’immenso amore che nessuna amministrazione potrà troncare per questa meravigliosa terra non sufficientemente apprezzata. Progetto privato, certo, ma che implica lo sgorgare di notorietà per la città, anche grazie alle partnership in corso e future con aziende nazionali e, di riflesso, per tutte le attività legate al turismo, ormai apnoiche per il forte calo dello stesso. Niente! Quando i riflessi sono lenti non si reagisce alle occasioni e mi viene in mente Michele, interpretato da Stefano Accorsi ne “Le fate ignoranti” di Özpetek, in un momento di riflessione: “Che stupidi che siamo, quanti inviti respinti, quante parole non dette, quanti sguardi non ricambiati. Tante volte la vita ci passa accanto e noi non ce ne accorgiamo nemmeno”. Dovrebbe far riflettere sulla capacità/volontà di cogliere le grandi o piccole cose che ognuno di noi può offrire e farne meraviglia. “La vita è l’arte dell’incontro” diceva De Moraes, che aveva intuito quanto sia importante il confronto tra persone diverse, quanto sia necessario l’ascolto e la capacità di farsi permeare dai successi altrui.

Così, leggendo la risposta di un Assessore all’ex consigliere Gesone, mi sono tornati in mente tutti gli sketch visti nei mesi passati sul palco amministrativo con protagonista l’attrice Assessore alle Politiche Culturali.

Ricordo il concerto gratuito di Mario Incudine al Complesso Monumentale San Pietro nel giorno del Corpus Domini del 2017, accompagnato accidentalmente, al suo inizio, dalla banda che seguiva la processione, perché il genio si vede anche nell’organizzazione dei tempi e dei luoghi degli eventi! Concerto iniziato davanti ad una platea di circa venti persone sparse, tra cui spiccava l’attrice protagonista con la sua geniale battura di invito al pubblico ad occupare i posti vicini al palco. Un “Venite avanti, ci sono posti!” mi ha fatto tornare ai tempi della scuola, quando l’insegnante doveva interrogare e noi stupidamente indietreggiavamo, forse più con la mente che col corpo, cercando gli ultimi posti per sfuggire all’interrogazione, fino al suo “venite avanti!”. Ho pensato che se fossi stata Mario Incudine, quella sera, piuttosto che cantare per mezz’ora davanti a venti persone – non per sua incapacità artistica ma per incapacità organizzativa dell’evento e della sua promozione – avrei preso strumenti e musicisti e sarei andata via. Poi l’area si è riempita perché la grandezza di Incudine è strabordata per le strade colme di marsalesi tallonanti la processione ormai al termine. Forse il genio nello scegliere il tempo e il luogo, invece c’è stato davvero: senza la processione sarebbe stato difficile portare tanta gente, in una domenica di fine primavera, in centro storico, al concerto gratuito di uno dei maggiori compositori e cantattori italiani!

Ricordo la stessa attrice, il giorno della presentazione del cartellone teatrale 2017-2018 di Moni Ovadia – su cui evito di ribadire concetti già ben espressi da altri su spese/pubblicità/ricavi – uscire dal prezioso teatro Sollima, e chiedere a me, che discutevo con altre persone sull’acquisto dei biglietti su TicketOne per lo spettacolo Filumena Marturano, in scena dopo pochi giorni: “Ma perché? Sono già in vendita?”. Ho optato la non risposta, per motivi facilmente intuibili.

Ricordo il bellissimo concerto gospel “Christmas Stars” dello stesso anno al teatro Impero che al suo termine è andato in crash, con l’intervento della stessa attrice, pronta a riferire al pubblico presente un altro evento, organizzato dall’amministrazione, con un nome completamente storpiato, con grande imbarazzo dei presenti.

Ricordo il mio intervento in Consiglio Comunale aperto del 19 marzo 2018, nel caldo periodo che accompagnava la resa dei conti sull’agonia dell’aeroporto di Birgi, con gli esempi di Comuni che in pochi anni, investendo su progetti di qualità e su pubblicità, hanno raggiunto vette altissime di turismo, pur rimanendo lontani dagli aeroporti. Intervento che fece ruotare nel vuoto cosmico gli sguardi di tutti i presenti seduti nel ferro di cavallo dell’aula, come ruoterebbe il mio davanti ad una spiegazione in Sugbuanon.

L’insieme di questi sketch – non ne ricordo altri perché a quel teatro ho smesso di andare – è uno “spettacolo” il cui biglietto sta costando troppo a questa città.

Cordiali saluti,

Fiorella Bonifacio

redazione

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