Mentre alcune (tante?) città siciliane sono sommerse dalla spazzatura, mentre i sindaci chiedono ai loro concittadini di aumentare la differenziata (alcuni piangono sul latte versato: perché non l’hanno fatto prima?) e chiedono soluzioni alla regione Sicilia, dal governo di Palermo cominciano ad arrivare soluzioni. Ci torneremo. Intanto occorre dire e non per spirito di campanilismo, che a Marsala non siamo messi malissimo. Certo non c’è da scialacquare, soprattutto negli ultimi giorni. Sono comparsi sacchi di spazzatura anche nel centro urbano. Prontamente (quasi, va) rimossi. Le giuste lamentele dei marsalesi sono direttamente proporzionali a quanto è accaduto. Diciamoci la verità, contrariamente ai “cumuli” trapanesi e a quelli di Mazara, noi non c’eravamo abituati e per questo ci ha sorpreso vedere sacchi di spazzatura in via Roma o in via Mazzini nella giornata di mercoledì scorso. Merito di tanti fattori: diamo a Cesare (il sindaco) quello che è di Cesare per la testardaggine con cui ha insistito nell’incentivare la differenziata. Diamo al popolo (tutti noi, con alcune eccezioni) che abbiamo compreso che il futuro ecologico ed economico della città, è direttamente proporzionale a quanto ci impegniamo nelle nostre case a “dividere” la spazzatura. Contenti tutti? Neanche per sogno. Marsala, il centro soprattutto, a giorni appare davvero sporco. Le poche isole verdi che abbiamo le sporchiamo noi direttamente (bella roba…) e chi di dovere le pulisce poco e male. Non è spazzatura ma sempre sporcizia è. Facciamo due passi a piedi nella centrale piazza Pizzo. Il giardino che fa da corollario ad una delle fontane più belle della Sicilia, è quasi sempre pieno di cartacce. È luogo molto frequentato e non vi è alcun raccoglitore di piccoli rifiuti. La gente, che non dovrebbe farlo, si libera delle coppette vuote di gelato gettandole per terra. Forse qualche contenitore in più…Anche Porticella non brilla per pulizia. Pacchetti di sigarette per terra e carte varie specie verso sera, fanno da corollario ad uno dei pochi polmoni verdi della città. Qui la colpa è nostra perché i contenitori ci sono. Ritorniamo alla soluzione proposta da Palermo. La giunta Musumeci ha disposto di diminuire gli Ato riducendoli ad uno per provincia e affidando ai sindaci il controllo diretto. Però (c’è sempre un però in politica) a guidarli sarà un esterno, ma nominato dai sindaci (mah!). Attenzione questa proposta risolutiva ed esaltante non entra in vigore subito: deve essere trasmessa all’Ars e seguire il suo iter legislativo: prima nelle commissioni di competenza e poi in aula, dove, sia detto per inciso, in quasi sette mesi di “vita” i parlamentari regionali non hanno approvato alcuna legge. Speriamo bene e intanto differenziamo.