Nell’ambito delle attività culturali della BIAS domani, mercoledì 20 giugno, a Salemi, presso il Castello Normanno Svevo, con inizio alle ore 9, si terrà un meeting internazionale per discutere, a 50 anni dal terremoto del Belìce, come la cultura, l’arte e l’architettura possono rivalorizzare il territorio dopo mezzo secolo dal disastro. Un confronto tra esperti di architettura, ingegneria, arte, diritto, economia e geologia per affrontare il difficile rapporto che le aree di espansione post sisma del 1968 vivono con il centro storico di Salemi, cercando di avviare soluzioni, affinché alla valorizzazione della città di pietra si passi alla valorizzazione della città degli uomini. Chiara Donà dalle Rose, Presidente WISH, World International Sicilian Heritage, e Direttore BIAS, è tra i principali animatori del progetto che vede Salemi centro di interesse di Università, studiosi, artisti e mecenati. Responsabile scientifico del meeting e dei workshop è l’architetto trapanese Vito Corte: «Il meeting di domani – dice Corte – costituisce una della più concrete iniziative per davvero celebrare quest’anno il cinquantenario del terremoto del Belice. Non più vittimismi, né rivendicazioni o accuse per responsabilità ormai troppo antiche per poter essere perseguite. Ma c’è invece la determinata volontà di offrire alla Città di Salemi, che emblematicamente qui fa sintesi delle comuni criticità di molte altre città belicine, la possibilità di arricchire il già bellissimo centro antico di nuove umanità grazie al contributo interdisciplinare di tanti saperi e di tante condivisioni: perché è giusto che alla valorizzazione della città di pietra si passi alla valorizzazione della città degli uomini».