“Questo Piano Paesaggistico ha bloccato per due anni lo sviluppo della città”. Con queste parole il sindaco Alberto Di Girolamo ha aperto la conferenza stampa tenutasi presso la sala giunta del Comune di Marsala in cui sono stati illustrati i dettagli della sentenza del Tar che pone fine agli effetti del Piano sul territorio lilybetano.
Di fatto il Tribunale amministrativo regionale ha accolto il ricorso presentato dal Comune di Marsala e la tesi difensiva dell’avvocato Guido Corso, che ha puntato tutto sull’assenza di concertazione da parte dell’assessorato regionale con l’amministrazione municipale, che si è ritrovata con un Piano che presentava non poche imprecisioni cartografiche, oltre che una serie di indicazioni discutibili sullo sviluppo territoriale. In particolare, il Comune di Marsala ha più volte sottolineato come lo strumento di pianificazione approvato andasse in conflitto con opere strategiche di rilevanza locale e regionale, penalizzasse attività imprenditoriali esistenti e apponesse un vincolo 3 in maniera indiscriminata su tutta la fascia costiera. Il Tar ha riconosciuto l’errore procedurale commesso dalla Regione. Conseguentemente, le clausole di salvaguardia scattate dopo l’approvazione del decreto assessoriale adesso non sono più in vigore. “Un Piano Paesaggistico non può essere calato dall’alto – ha sottolineato l’assessore comunale all’urbanistica Rino Passalacqua – deve nascere da una profonda conoscenza del territorio, perchè incide profondamente sul suo sviluppo. Le discrepanze, le criticità e gli errori emersi nella redazione del Piano, come ha riconosciuto il Tar, sono da addebitarsi proprio alla mancata interlocuzione tra gli enti”.
Di fatto, come spiegato dal sindaco e dall’assessore Passalacqua, in questi due anni il Piano Paesaggistico è stato una sorta di spada di Damocle rispetto ad una serie di progetti su cui l’amministrazione stava lavorando, a cominciare da quelli previsti nell’ambito dell’Area Vasta. Sullo sfondo, poi, c’è anche la questione del Piano Regolatore Generale, rimasta in sospeso in attesa di capire come sarebbe finita con il Piano Paesaggistico. A ciò si aggiunge, come hanno ricordato il presidente del Consiglio comunale Enzo Sturiano e il vicesindaco Agostino Licari, anche un danno economico per le casse comunali, che si sono ritrovate a dover fare a meno degli oneri di urbanizzazione che i privati erano pronti a versare per l’avvio di altri progetti in partenza nella zona nord della città e rimasti bloccati dall’entrata in vigore delle clausole di salvaguardia. “Il decreto assessoriale ha danneggiato Marsala”, ha evidenziato Sturiano. “Questa sentenza del Tar è una boccata d’ossigeno per le finanze comunali”, ha ribadito Licari.
A tratteggiare un’attenta cronistoria della vicenda è stato il dirigente Francesco Patti, che si è soffermato anche sull’interesse con cui tanti cittadini hanno seguito questa tematica. “Inizialmente speravamo in una sospensiva da parte della Regione, che però non è mai arrivata. Muovendosi politicamente, l’amministrazione era riuscita ad ottenere un decreto di modifica che però aveva corretto solo in parte gli errori macroscopici contenuti nel Piano Paesaggistico. Da qui la decisione di ricorrere al Tar”.
A sottolineare la mobilitazione da parte dei tecnici, degli architetti e degli ingegneri marsalesi è stato il portavoce del M5S Aldo Rodriquez, che ha preso la parola durante la conferenza stampa. “C’è stata grande coesione, non per cementificare ma per tutelare i diritti dei cittadini”.
Un po’ tutti gli intervenuti si sono comunque detti d’accordo sulla necessità di dotare il territorio di uno strumento come il Piano Paesaggistico: “L’importante è che si tenga conto delle esigenze della comunità”.