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Ennesimo raid vandalico alla Colombaia. Bruno: “rabbia, vergogna e sconforto”

Durante l’ennesima incursione alla Colombaia alcuni ignoti hanno asportato tubi, che sono stati divelti, residui di cavi elettrici  rimasti dalla precedente incursione, provocando la distruzione delle centraline dei totem a livello di mare e di quelli del piano  superiore, tra l’altro, già fortemente danneggiati dalle violente folate di vento dalla pioggia.
C’è  da chiedersi!  Ma cosa c’è da chiedersi se dopo la messa in sicurezza abbiamo dovuto  sopportare e sopportiamo  il costante danneggiamento, determinato da un accanito e stolido vandalismo,  di un bene per il quale sono  state combattute tante battaglie per il suo restauro e  sono stati affrontati tanti interventi di carattere politico/burocratico” afferma Luigi Bruno, Presidente dell’Associazione Salviamo la Colombaia, che proprio nei giorni scorsi, in occasione del Colombaia Day aveva organizzato un convegno e varie iniziative per tenere alta l’attenzione sul monumento storico.
“Eravamo  inorgogliti – prosegue Bruno – alcuni anni fa quando per un’altra volta nella sua vita, dopo quelle in occasione della regata internazionale del 2005,  la Colombaia fu illuminata anche se  poi si verificò lo straordinario evento,  purtroppo,  di una illuminazione che con alterne vicende smise di  funzionare  subendo delle inspiegabili interruzioni, la  cui responsabilità  era da addebitare ad una progettazione che non aveva  saputo tenere conto delle  violente variazioni atmosferiche in un luogo sempre soggetto ai forti venti ed alla alta salinità. Ora i “raccoglitori” di rame hanno completato la loro opera creando un grave danno in quanto  l’impianto, così come era stato strutturato, non potrà  essere riparato e di conseguenza sarà necessaria la sua  completa sostituzione tenendo, questa volta, presenti le particolari condizioni atmosferiche che imperversano sulla struttura, i vandalismi  ed i procacciatori di rame di bassa lega. Non è possibile continuare di questo passo.  E ancora non è stato compreso che la Colombaia potrebbe diventare l’agognato grosso traino per l’economia trapanese. Ma chi potrà far rivivere la Colombaia  e come e quando? Anche se vi sono in corso particolari progettazioni da parte della Regione Sicilia. Comunque il nostro sconforto deriva anche dal fatto che facendo un esame della situazione generale degli immobili  pubblici della città  viene  rilevato che, in questi ultimi anni, non c’è stata struttura che non sia stata abbandonata  a se stessa e di conseguenza vandalizzata e  “derubata” del proprio contenuto: dai fili di rame, alle lampade,  porte, finestre, mattonelle, servizi igienici e quant’altro potesse essere asportato. Cosa è rimasto  di una  città che  fu proclamata  “SIGNUM INVICTISSIMAE ATQUE FIDELISSIMAE URBIS DREPANI”. 
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redazione

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