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Un’opera del marsalese Mimmo Palmizi esposta a Tyro in Libano: “Didone è la donna profuga”

Dopo i messaggi di pace e di speranza portati in Tunisia, prima con il progetto “Mare Nostrum” e poi con “I Pilastri della Terra”, ora l’artista di origine marsalese Mimmo Palmizi, si rivolge a terre più lontane. A Tyro, in Libano, insieme ad un progetto di film documentario su Elissa (Didone) della regista libanese Lamis Chkeir, in presenza di numerosi Ministri e Ambasciatori di vari paesi del Mediterraneo, è stato recentemente presentato anche l’ultima scultura in acciaio Corten – omaggio a Didone e a quel popolo che venuto da lontano ha dato origine e vita, prima con Mothia e poi con Lilibeo, alla città di Marsala. La scultura sarà collocata alle porte della vecchia Tyro.

Un riconoscimento dell’artista alla fratellanza in un periodo storico molto difficile. La scultura è costituita da 2 elementi alti circa 2 metri e 50, accostati tra loro in modo tale da rappresentare un’onda, quella appunto che Elissa, la figura femminile stilizzata in scultura, ha saputo magistralmente cavalcare. Contiene anche caratteri fenici-punici che traducono l’odierna parola libanese YAMMUNA che equivale proprio a “Mare Nostro”. Didone-Elissa, tra storia e legenda, è un personaggio chiave della nostra cultura mediterranea: fondatrice di Cartagine, un grande esempio di donna “profuga” scappata da una guerra fratricida, che attraverso questo nostro mare ha trovato la via della salvezza per sé ed i suoi seguaci.

redazione

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Tags: Palmizi