La normativa europea definisce il principio di “pari opportunità” come l’assenza di ostacoli alla partecipazione economica, politica e sociale di un qualsiasi individuo per ragioni connesse al genere, religione e convinzioni personali, razza e origine etnica, disabilità, età, orientamento sessuale. Con approccio gender mainstreaming devono quindi essere affrontati gli ambiti discriminatori della soggettività femminile nella società: dalla prevenzione e contrasto dellaviolenza di genere, all’occupazionee a una corretta rappresentazione della donna sui media.
Nel quadro delle trasformazioni sociali diventa impellente ridefinire esplicitamente cosa sia la cittadinanza per le donne e interrogarsi su quali diritti e in quali condizioni essa possa trovare effettiva attuazione, attuando strategie di empowerment. Pertanto, chiediamo a tutti i candidati a Sindaco di inserire nei loro programmi i seguenti punti:
1 La parità di genere al 50% nella Giunta Comunale, secondo il comma 137, dell’art. 1 della legge n. 56/2014.
2 Atto di indirizzo per «l’uso del genere nel linguaggio amministrativo”, secondo direttiva 23 maggio 2007 emanata dal dipartimento della Funzione Pubblica in attuazione della Direttiva 2006/54/CE del Parlamento e del Consiglio Europeo;
3 Città Libera dalle pubblicità lesive della dignità della donna”, secondo il protocollo ANCI-Iap 6/3/2014 e la risoluzione europea 2008/2038 INI.
4 Ius soli comunale e Carta della Mobilità Umana;
5 Istituzione di una “Casa delle donne”, struttura aperta con funzione di filtro/interfaccia con il territorio ed i servizi esistenti, al fine di facilitare sia l’accesso ai servizi sia la compliance terapeutica con gli operatori dei servizi.
6 Potenziamento dei Consultori: con atto di indirizzo per promuovere la somministrazione della RU486: affiancata ad una adeguata informazione ed educazione sessuale, tamponerebbe l’emergenza degli obiettori di coscienza e diminuirebbe le richieste di Ivg.
7 Contributi per coppette mestruali e pannolini lavabili, con campagna di sensibilizzazione.
Chiediamo quindi un “welfare state” che permetta alle donne di sperimentare un proprio progetto di vita e una pluralità di ruoli, che possono essere una condizione necessaria, anche se non sufficiente, per la rimozione delle disuguaglianze generate dalla nuova povertà, per contribuire a dare una nuova visione della Città. Restiamo a disposizione dei Candidati per confronti ed approfondimenti, augurandoci che la “questione di genere” non si riduca a propaganda e politiche di approssimazione.
Valentina Colli
Presidente Provinciale UDI Trapani