Antonio Vinci, dirigente e fondatore del Partito Democratico è stato al centro di diverse polemiche nelle scorse settimane sia dentro il gruppo dirigente del partito che nel gruppo consiliare. Dopo le dimissioni della segretaria del partito Antonella Milazzo, il gruppo consiliare del Pd si era tutto autosospeso seppure con motivazioni diverse. Giovedì scorso si è ricostituito a Sala delle Lapidi. Con un documento Federica Meo ha comunicato che anche Mario Rodriquez e Calogero Ferreri rientravano nel gruppo.
A questo punto con una nota consegnata al presidente del Consiglio Antonio Vinci e Angelo Di Girolamo facevano la stessa scelta di aderire al gruppo.
Antonio Vinci, da cosa era dipesa la vostra autosospensione?
“Occorre dire che io e il collega Di Girolamo ci eravamo sospesi dopo le dimissioni della segretaria e l’autosospensione del resto del gruppo consiliare. Per come la vedo io la politica, in attesa di un chiarimento nel partito e nel gruppo, non capivo che cosa stavamo a rappresentare in aula se non noi stessi”
Adesso invece siete rientrati..
“E anche questo mi sembra conseguenziale, seppure la prassi che è stata seguita non ci ha visto per niente coinvolti. Comunque il partito di Marsala è stato commissariato e il gruppo si è ricostituito, dato che si tratta della nostra casa siamo rientrati. Non nel partito dal quale non siamo mai usciti, ma nel gruppo dove siamo stati eletti”.
Nel corso della seduta la neo capogruppo ha affermato che per il vostro ingresso nel gruppo deve avere ancora una specie di via libera dal commissario del partito Domenico Venuti.
“Si tratta di una affermazione vergognosa. La Meo deve sapere che quando parla di me sta parlando con uno dei fondatori del partito dove da pochi anni lei milita. Io per stare nel Pd non ho bisogno del suo lasciapassare. Nel gruppo poi mi ci ha scritto, come da regolamento, il presidente del consiglio. Capisco che la dialettica interna cambia con la nostra presenza. Ricordo che prima era la stessa Meo che criticava l’amministrazione anche con interventi ed interrogazioni. Ora le va tutto bene. Io continuerò, come ho sempre fatto e cioè sollevando le questioni che gli stessi cittadini mi propongono per cercare, assieme all’Amministrazione, la soluzione”.
C’è chi dice che i suoi rapporti con Baldo Gucciardi si siano “raffreddati”…
“L’onorevole Gucciardi prima che un riferimento politico è un mio amico personale. C’è chi si diverte a mettere zizzania”
La vicenda Sturiano: che lettura da’ di tutto quello che è accaduto?
“Io dico solo che Sturiano e i suoi avevano e hanno pieno diritto a stare all’interno del Partito Democratico”
Lei nel suo intervento in aula è stato molto ironico affermando che da adesso le delibere saranno approvate in pochi minuti. Eppure dalle sue interrogazioni traspare, soprattutto nel settore della viabilità e dei lavori pubblici, una forte critica al sindaco e alla giunta.
“Lei pensa che se le cose andassero meglio io avrei interesse a sollevare questioni? Oppure se dopo le nostre segnalazioni ci fosse un intervento dell’amministrazione noi non saremmo i primi ad essere contenti?”
A cosa si riferisce in particolare?
“Faccio due esempi. Ho sollevato la problematica relativa allo stato in cui si trova il manto bituminoso della via Sucalora. Si tratta di una arteria del versante sud dove transitano molti camion ogni giorno. Nessuna risposta e peggio ancora nessun intervento. Ho chiesto all’amministrazione di valutare bene, magari con un sopralluogo tecnico, lo stato del depuratore che si trova a Petrosino e per il quale abbiamo stanziato 50 mila euro. Ci vorrebbero somme diverse. Avevamo lanciato l’idea di creare le condizioni per richiedere un finanziamento per mettere in moto una soluzione che mirava ad istallare un nostro depuratore nella parte sud di Marsala. Anche qui nessuna risposta”.
A proposito di viabilità, lei avrà notato che nella parte sud, della quale lei è espressione, ma anche nelle altre strade provinciali la situazione ora sfiora la intransitabilità.
“Non solo l’ho notato ma l’ho anche denunciato a chi ne ha la competenza. La risposta è sempre la stessa: non ci sono soldi, io aggiungo che manca l’interlocuzione politica. Il centro destra che ha fatto la campagna elettorale per le regionali parlando di un ripristino in qualche modo delle istituzioni provinciali elettive non solo non ha alcuna idea in proposito, ma il presidente Musumeci ha rinviato di quasi un anno prorogando, a nostre spese, il commissariamento delle ex provincie”.
Vinci, lei è dirigente da tanti anni del centro sinistra. Come PD andrebbe a discutere con il M5S per la formazione del nuovo governo?
“Sono questioni che riguardano il gruppo dirigente nazionale, ma se fossi io a decidere avrei avviato già la discussione con Luigi Di Maio”.