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Marsala archeologica: non arrivano i soldi per le tettoie degli scavi, per la Chiesa San Giuseppe si attende un decreto regionale

Un percorso alternativo svela una Marsala archeologica. Un percorso da scoprire tramite un itinerario ad hoc, con il “biglietto unico” che era uno dei programmi dell’Amministrazione comunale ma che ancora non è stato attuato. L’Area archeologica del Parco Lilibeo e il Museo annesso che quest’anno hanno incrementato le visite, l’Ipogeo Crispia Salvia di via D’Azeglio e il Complesso di San Giovanni al Boeo sempre da valorizzare, il Complesso di Santa Maria della Grotta tornato alla ribalta negli ultimi anni (già nel 2014 si parlava di sette milioni necessari al restauro), la Chiesa di Santo Stefano tristemente nota, nella recente cronaca, per l’inagibilità accertata dai Vigili del Fuoco; l’Itriella gioiello mai più riaperto dopo la caduta di un pilastro avvenuta qualche anno fa, tutte le chiesette, come quelle in via D’Anna, in via Angileri e via San Michele i cui lavori non sono mai iniziati o mai finiti, la Chiesa San Giuseppe, accanto la Matrice, mai più riaperta, le necropoli puniche di via Pomilia e via del Fante invase dalle erbacce, l’area archeologica di via San Girolamo, in pieno centro, dove gente poco civile getta i rifiuti, i resti delle fortificazioni puniche dell’antica Lilybeo nascoste da alte mura in vicolo Infermeria, nei pressi di Porticella.

Per non parlare delle strutture da recuperare, come i bagli Tumbarello e Anselmi sul Lungomare Boeo e per i quali era stato indetto un bando che ha subito uno stallo per motivi giudiziari, come aveva anche confermato il soprintendente ai Beni Culturali di Trapani, il marsalese Enrico Caruso. La vicenda della Chiesa Santo Stefano ha riacceso la questione della tutela del patrimonio storico-culturale ed artistico di Marsala. Il Consigliere comunale Arturo Galfano, che qualche anno fa fece un sopralluogo nella Chiesa assieme all’assessore ai Lavori Pubblici Salvatore Accardi e ai tecnici comunali, per verificare lo stato dei luoghi. Il luogo di culto attualmente inagibile – e che doveva aprire le porte per le Giornate FAI di Primavera – è di proprietà del FEC, Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno, lo stesso che aveva, con una missiva, invitato il Comune di Marsala ad “acquisire” la Chiesa, appartenente al Complesso in cui risiedono la Scuola Media “Vincenzo Pipitone” ed il Liceo Classico “Giovanni XXIII”.

“Ero favorevole – ci ha detto Arturo Galfano – ad acquisire la Chiesa Santo Stefano così come proposto dal Ministero. Anche perchè la cessione è gratuita, vero è che poi il Comune dovrà garantirne la gestione e manutenzione del sito. Ci sono dei costi minimi da garantire, ma presentando dei progetti e delle richieste di finanziamento si può sopperire. Stessa situazione vige nel Fossato Punico tra la via Amendola e la via Giulio Anca Omodei. Di una bellezza straordinaria, vero polmone verde della Città, il Fossato è di proprietà della Regione ed attualmente difficilmente accessibile per via dell’erba incolta e degli alberi che necessitano di una potatura. Qualche anno fa ero andato personalmente alla Regione siciliana per chiedere la cessione del sito al Comune di Marsala; operazione fattibilissima ma poi si sono fatti dei passi indietro, anche in questo caso dovuti al fatto che la manutenzione spetta all’Ente comunale. Ma non parliamo di grandi cifre”.

Sempre il vice presidente del Consiglio comunale, ci ha detto che, per quanto riguarda le tettoie dei siti archeologici di via Ernesto Pomilia (zona ex Mergellina) e di via del Fante, il Polo regionale di Trapani e Marsala (Museo Lilibeo) aveva fatto una richiesta alla Regione per lavori urgenti per un importo di 15mila euro più Iva per sistemare le coperture ormai danneggiate. Ma ancora niente risposta dal Governo regionale. Passando sulla via XI Maggio, ormai è abitudine trovare chiusa la Chiesa San Giuseppe. A tal proposito abbiamo sentito l’assessore ai Lavori Pubblici di Marsala, Salvatore Accardi: “Per la Chiesa c’è già un finanziamento. Ma per avviare la gara d’appalto è necessario un decreto dell’Assessorato regionale alle Infrastutture”. Chissà quanti anni dovranno passare ancora…

redazione

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Tags: scavi