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Mafia e appalti: undici anni di carcere per l’imprenditore Rosario Firenze

L’imprenditore castelvetranese Rosario Firenze è stato condannato a 11 anni di carcere per associazione mafiosa, turbativa d’asta e intestazione fittizia di beni. Questo l’esito del processo che si è tenuto con rito abbreviato a Palermo, davanti al gup Roberto Riggio. Il 14 dicembre del 2016 Firenze fu arrestato nell’ambito dell’operazione “Ebano” coordinata dalla Dda di Palermo, secondo cui l’imprenditore avrebbe fatto parte della rete di fiancheggiatori del boss Matteo Messina Denaro. Secondo il pm Carlo Marzella, Firenze si sarebbe aggiudicato diversi appalti pubblici grazie all’intercessione di Cosa nostra.

Fra i lavori al centro dell’inchiesta quelli per la realizzazione della condotta fognaria, per la manutenzione ordinaria di strade e fognature, per la demolizione dei fabbricati fatiscenti all’interno dell’ex area dell’autoparco comunale. Hanno contribuito a definire il quadro accusatorio anche le accuse di Lorenzo Cimarosa, cugino di Messina Denaro.

Salvatore Sciacca

Il processo vedeva tra gli imputati anche Salvatore Sciacca, Giacomo Calcara, Filippo Tolomeo, Benedetto Cusumano e Fedele D’Alberti, tutti condannati a pene di minore entità.
A un anno, per turbata libertò degli incanti, è stato condannato Sciacca, geometra dell’impresa di Firenze. Nei suoi confronti è caduta l’aggravante di avere agevolato la mafia. Per turbativa d’asta sono stati condannati gli imprenditori Giacomo Calcara e Filippo Tolomeo (8 mesi di carcere), Benedetto Cusumano e Fedele D’Alberti (10 mesi).

redazione

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Tags: Alberto FirenzeMatteo Messina Denaro