Questa sera, alle ore 21, nello spazio del Baluardo Velasco di Marsala torna il Grande Teatro. Sarà il regista ed attore marsalese Giorgio Magnato ad aprire il terzo appuntamento della rassegna BaluArte 2018 con lo spettacolo “Celebri Monologhi”. Per presentare Giorgio Magnato non basterebbe probabilmente un foglio di giornale, la sua ultra cinquantennale carriera nel teatro e per il teatro parte da Marsala con la sua Compagnia D’Arte Drammatica Lilybaeum per affermarsi in tutto il mondo con successi di pubblico e di critica.
In scena porta se stesso. Un confronto diretto con il pubblico a cui farà dono dei suoi cavalli di battaglia. C’è un filo conduttore che lega i monologhi che interpreterà?
Più che un filo conduttore voglio testimoniare che i testi dei grandi autori che ho sempre trattato sono parte della cultura classica, che è eterna, che vuol dire “valori” che oggi sono stati perduti anche dai cosiddetti “artisti”. Valori che sono immortali.
Quali monologhi tratterà sul palco del Baluardo Velasco che per lei è un ritorno?
Porto in scena un lavoro che ho fatto con il I e II atto del “Berretto a Sonagli” di Pirandello. Un taglia e cuci di modo che i dialoghi di tutti i personaggi possano essere da me recitati. Altro monologo è un testo su Bruto e Marcantonio tratto dal Giulio Cesare di William Shakespeare e l’ultimo è un mio monologo del Processo e morte a Socrate tratto dai discorsi platonici. Qui ho fatto un lavoro di drammaturgia. Tutte opere rappresentate nei più grandi teatri italiani ed esteri in oltre 50 tournèe in 30 anni.
Così ha portato Marsala nel mondo ed i suoi artisti, gli artisti di Sicilia.
In particolare ho portato in scena Pirandello e uno dei più importanti drammaturghi del nostro territorio: il compianto Lucio Galfano. Anche lui dimenticato. Purtroppo l’ignoranza è un “dono di natura”, l’insensibilità porta la società odierna a non distinguere una pietra preziosa da una semplicissima pietra. E quando queste caratteristiche appartengono a chi ci governa diventa un grave problema.
Si sente abbandonato da questa Città, dalle Istituzioni?
Voglio precisare: non mi sento abbandonato dai cittadini, dal pubblico che mi ha sempre espresso la sua vicinanza. Qualcuno ha cercato anche un dialogo con l’Amministrazione comunale intervendendo per sostenermi. Ma niente, orecchie che non sentono. Il pubblico sa chi sono e cosa ho fatto, lo sanno le scuole e le associazioni culturali in Italia e all’estero che mi hanno ospitato e che hanno inviato al Comune di Marsala dei ringraziamenti per l’opera rappresentata. Ma le amministrazioni che si sono succedute non hanno mai risposto, eppure non credo che ci siano tanti commendatori della Repubblica Italiana in Provincia.
Cosa vuol dire a chi amministra il nostro territorio?
… che mi dispiace non aver aiutato come si deve i giovani, di non avermene dato la possibilità. Forse perchè non sono mai stato un “raccomandato”, non ho mai avuto tessere di partito. Ieri al Teatro Comunale è andato in scena un giovane regista marsalese, Francesco Vittorio Pellegrino, che è entrato qualche anno fa alla Scuola di Teatro “Silvio D’Amico” di Roma. Sembra quasi un fatto eccezionale oggi, ma con me ne sono entrati tanti negli anni alla “Silvio D’Amico” e in altre accademie.
Sulla rassegna teatrale del Comune, a firma Moni Ovadia, che non ha riscosso successi di pubblico, cosa pensa? Non sono andato agli spettacoli per evitare di soffrire. Oggi il Teatro italiano vive una profonda crisi. E’ un Paese che non tutela i suoi artisti, quelli veri, ma che invece promuove trasmissioni televisive con vip anonimi che passano per essere personaggi famosi, una passerella di nudità e tv spazzatura.