Una direzione tesa come poche altre volte, quella che è andata in scena ieri, nella sede del Partito Democratico di Marsala. Acceso il confronto tra la segreteria guidata da Antonella Milazzo, il gruppo consiliare e l’amministrazione, rappresentata dal sindaco Alberto Di Girolamo e dagli assessori Agostino Licari, Anna Maria Angileri e Clara Ruggieri. “Siamo in presenza di una frattura gravissima”, avverte la Milazzo, che ritiene falliti i tentativi di mediazione tentati in questi mesi di fronte alle difficoltà emerse con l’approvazione in Consiglio comunale del Bilancio di previsione 2017 e degli atti propedeutici.
Le campagne elettorali per le Regionali di novembre e le Politiche del 4 marzo avevano apparentemente ammorbidito i toni della dialettica interna tra il Pd e il sindaco, senza però spegnere le tensioni, tornate ad esplodere prepotentemente in questi ultimi giorni, in seguito ad alcuni passaggi politici impossibili da ignorare, come l’abbandono di Pino Cordaro (passato a Forza Italia) e la firma del consigliere “dem” Angelo Di Girolamo in calce alla mozione di sfiducia al primo cittadino presentata dal socialista Michele Gandolfo, senza dimenticare la delusione per il risultato elettorale conseguito dal centrosinistra. La goccia che pare abbia fatto traboccare il vaso, nella direzione di ieri sera, è stata la notizia che la giunta ha già approvato il Piano Triennale per le Opere Pubbliche che adesso passerà al vaglio dei consiglieri comunali.
“Tutto ciò – sottolinea la Milazzo – senza passare da un confronto con il gruppo del Pd, né con la maggioranza, come invece ci era stato assicurato in precedenza”. Il sindaco ha detto di aver comunque parlato singolarmente con alcuni consiglieri, ma lo strappo con il gruppo consiliare e la segreteria appare ormai difficile da ricucire, tanto da far decidere alla direzione di non proporre alcun provvedimento nei confronti del consigliere Angelo Di Girolamo, che ha motivato la propria firma alla mozione di sfiducia con la volontà di dare un segnale di protesta forte, chiarendo che però non la voterebbe mai in aula consiliare. “E’ un segnale che va rispettato – aggiunge Antonella Milazzo – perchè rispecchia il disagio di tutti i consiglieri, che da un lato sono chiamati ad essere responsabili in quanto maggioranza, dall’altro soffrono la mancanza di condivisione”.
La segretaria intende tornare a convocare la direzione nel giro di pochi giorni. “La settimana prossima decideremo il da farsi. Il tempo della mediazione è finito, ho aspettato 16 mesi, sono stata accusata di essere troppo morbida, ma adesso è stato superato ogni limite”. A questo punto, non si esclude alcuna possibilità, dalle dimissioni di Antonella Milazzo dalla guida del partito al passaggio del Pd opposizione, con il conseguente ritiro della delegazione assessoriale dalla giunta.