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Lotta alla mafia

C’è un tema che sembra essere scomparso dalla competizione elettorale: la lotta alla mafia. E’ una questione nazionale come dimostrano gli arresti degli ultimi anni da Milano a mafia capitale. Ma dalle nostre parti il tema dovrebbe essere più sentito. E invece… e invece nessuno nel parla. Nè quelli che sono al governo nè quanti ambiscono ad andarci. Non so se ci capite, ma a noi sembra una sorta di par condicio: tutti rispettano l’assunto che di mafia non si debba parlare. E, ci dispiace dirlo in questa sede, la questione sembra essere quasi scomparsa anche dalle domande dei giornalisti che intervistano i politici in questa vigilia elettorale. Abbiamo scritto “quasi” perché nel corso di una trasmissione serale, un collega si è fatto “scappare” la domanda: “onorevole qual’è la vostra ricetta per combattere la mafia”? Il deputato o ex visto che era lì in rappresentanza del suo partito e non si è capito se era ricandidato, è andato subito, come si dice di un essere confusionario, “nel pallone”. Dopo una serie di farfugliamenti il nostro, di cui non scriveremo il nome per non fargli pubblicità, ma più avanti citeremo la città d’origine così se avete voglia ve lo andrete a cercare, con una serie di di parole ha spiegato la sua posizione, senza mai pronunciare la parola mafia, anzi ci è parso che la evitasse accuratamente, sella “criminalità organizzata” che a suo avviso va combattuta. E noi lì con il telecomando in mano a tifare: “Ci dica come…come?”, e lui niente “…la criminalità organizzata…” e noi a sperare che almeno ci desse una soluzione sulla criminalità disorganizzata: niente. Ci viene in mente una storia che proviene dal paese del nostro deputato e che lo riguarda. “Quando, sono ormai passati diversi decenni, la direttrice constatò che nelle piccola biblioteca di Gattico un paese in provincia di Novara, mancava un libro giudicato importante non per il suo valore venale ma per i suoi pregi culturali, tale insomma da fare gola e chi volesse compiere passi sulla strada delle ricerca e del sapere, gli scolari vennero tutti inquisiti ad uno ad uno per accertare se tra essi ci fosse il colpevole della sottrazione. Narrano le cronache che l’unico a scansarsi l’interrogatorio fu proprio il futuro deputato, essendo radicata in tutti la convinzione che un libro, nelle esistenza del nostro, non avrebbe suscitato mai interesse alcuno. E ora lotta alla mafia e al voto, siamo o non siamo la terra del boss Matteo Messina Denaro?

Gaspare De Blasi

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