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“Anopto, memorie di un clown”: lo spettacolo de Lisola onlus emoziona il Teatro Comunale

Elegante e definita la regia di Massimo Pastore fatto di simboli eterei e acrobazie felliniane, ma anche ferme prese di posizione civile

Per diventare un clown bisogna passare dal dolore, riconoscere l’ingiustizia e la violenza. E dopo tutto questo credere ancora nella poesia. È uno dei messaggi dell’etereo spettacolo dal titolo “Anopto, memorie di un clown… quando la magia di un sogno diventa realtà” portato in scena da Lisola onlus con la regia di Massimo Pastore nel teatro comunale. Scenografia minimal, luci a tratti azzurre e interpreti di età compresa tra i tre e i 45 anni per uno spettacolo più simbolico che simbolista, ma certamente godibile a più livelli. Bambini luminosi e monologhi importanti, tra cui anche quello tratto da “I cento passi” di Marco Tullio Giordana, capace di destabilizzare il pubblico, visto che ad aprire lo spettacolo, su una giostra apparentemente ferma di figure umane senza tempo e ombrelli trasparenti e girandole variopinte è stata una lettera di uno dei fondatori dell’associazione che offre sorrisi ai bambini del reparto di Pediatria dell’ospedale “Paolo Borsellino” di Marsala, Peppino Lentini, lettera diretta al cielo, dove troppo presto è andato il suo papà. E infatti questo spettacolo, in molti punti è stato rivolto al cielo, lo è stato ad esempio il passo di “lettera ad un bambino mai nato” di Oriana Fallaci, o altri stralci letterari ammantati, comunque, sempre di una lieve aura di poesia. Una costante: le valigie portate spesso sul palcoscenico, a simboleggiare, quasi fosse una romantica metonimia, il viaggio di ogni donna e uomo nel lungo percorso che li conduce ad incontrare il clown che c’è in ognuno di loro. Mimica e a tratti circense la vestizione del clown Sbeberon che raccoglie gli applausi quando si trasforma del tutto e indossa il naso rosso.

Non mancano le acrobate bianche, degne di una pellicola felliniana, né le stelle sovraimpresse e infine il “verso per eccellenza”: un clown è tale solo se incontra il bambino che era e lo tiene sempre accanto a sé. “Magari molti si saranno stupiti. Magari si aspettavano uno spettacolo più comico, divertente. Noi invece abbiamo voluto attivare le emozioni”, ha detto la presidente de Lisola Valeria Vinci. Sempre molto elegante la regia di Massimo Pastore che mai cela la sua nota di malinconia, ma qui spera e lo mostra mentre grida con le parole de “I Cento Passi” il suo no alla mafia e allo stesso tempo, poco dopo, sospira il suo sì alla fiducia nella vita già dal concepimento in grembo.

Chiara Putaggio

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Tags: Lisola OnlusMassimo pastoreTeatro Comunale "Eliodoro Sollima"Valeria Vinci