Udienza insolita del processo per l’omicidio del maresciallo Silvio Mirarchi, che vede imputato con l’accusa di omicidio l’agricoltore marsalese Nicolò Girgenti. Su disposizione del giudice Piero Grillo, la Corte, l’accusa, la difesa (rappresentata dall’avvocato Genny Pisciotta) e le parti civili si sono recate ieri mattina sul luogo dove, il 31 maggio del 2017, si consumò la sparatoria che uccise il vicecomandante della Stazione dei carabinieri di contrada Ciavolo.
Il sopralluogo si è reso necessario alla luce delle dichiarazioni di Francesco D’Arrigo, imputato in un procedimento connesso e qui sentito dalla Corte d’Assise presieduta dal giudice Grillo in qualità di teste. D’Arrigo aveva riferito che la serra che conteneva la piantagioni di canapa nelle adiacenze della strada in cui avvenne il delitto aveva due sportelli che potevano essere chiusi solo dall’interno, tramite un’asta di ferro. La Corte ha appurato ieri la veridicità di tale affermazione: conseguentemente appare impossibile che qualcuno abbia aperto gli sportelli della serra dall’esterno. Sono stati inoltre ispezionati i luoghi in cui sono stati rinvenuti, ad oltre 50 metri di distanza, i bossoli 9X19 che hanno colpito mortalmente Mirarchi. Dopo di che, è stata tolta l’udienza.
Il processo continuerà il prossimo 26 febbraio, con la citazione dei testi della difesa. Ieri mattina, nelle vicinanza del sopralluogo, un gruppo di familiari e amici di Girgenti hanno dato vita anche a un piccolo presidio con alcuni cartelloni a sostegno dell’imputato e evidentemente critiche nei confronti delle indagini fin qui condotte.