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Contro il Far West

Una moratoria. Ecco cosa ci vorrebbe. Un patto d’onore tra tutti i politici italiani per evitare di trasformare questo Paese nel Far West. Quanto avvenuto sabato a Macerata dovrebbe convincere tutti i candidati dei principali partiti e movimenti in lista per le elezioni del prossimo 4 marzo a riunirsi per ridefinire le regole del gioco. Quello dei flussi migratori è un tema troppo delicato per essere affrontato con le armi della disinformazione e della propaganda. Accade da tempo, ma l’escalation degli ultimi anni è inquietante. I colpi sparati dal 28enne fascista Luca Traini contro sei immigrati costituiscono un punto di non ritorno. Se, per assurdo, gli slogan di Salvini e i lavaggi del cervello dei talk show di Rete 4 fino a sabato potevano anche essere considerati frutto di convinzioni errate ma genuine (in realtà è molto difficile crederlo), adesso non ci sono più scuse: chi intende continuare a cavalcare la paura dello straniero per accumulare più voti alle prossime elezioni o per aumentare il proprio pubblico in tv o sui social non è migliore di Luca Traini.

Chi ha vissuto gli anni di piombo, conosce bene le responsabilità dei mandanti morali in alcuni tra i più cruenti delitti che hanno insanguinato la Prima Repubblica. In Sicilia, poi, abbiamo imparato fin dai tempi della Strage di Portella della Ginestra quanto sia esile il confine che separa chi spara da chi concorre a creare le condizioni ambientali per la sparatoria. Per ogni mente “raffinata” che pontifica dagli studi televisivi o dalle tribune della campagna elettorale contro gli immigrati, paventando il rischio di un’invasione o continuando ad alimentare la tensione tra gli italiani che vivono in condizioni di povertà e i richiedenti asilo che scappano da guerre e persecuzioni, possono esserci decine di Luca Traini pronti ad andare per le strade delle nostre città a seminare il terrore sparando a destra e manca.

Chi subisce un torto, un abuso o persino la più atroce delle sofferenze (come i genitori della povera Pamela Mastropietro) deve sapere che c’è uno Stato di diritto in cui vige il principio della certezza della pena, esercitato nel rispetto delle garanzie costituzionali. Non abbiamo bisogno di tribunali mediatici, né di giustizieri della notte. Abbiamo bisogno di far funzionare bene quella Repubblica democratica che ci è stata consegnata in dono dai nostri padri costituenti e che troppo spesso è stata vilipesa e tradita. Abbiamo bisogno di giornali e redazioni televisive che facciano informazione con responsabilità e di politici che smettano di buttare fumo negli occhi dei cittadini alimentando le loro paure e che comincino a studiare un nuovo modello di welfare e di politiche sociali per sostenere quelle fasce della popolazione che più hanno sofferto in questi anni la crisi economica. Tutto il resto è falso, inutile e dannoso.

Vincenzo Figlioli

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