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La mafia non c’è

La memoria aiuta a ricordare il passato e ad evitare che si commettano gli stessi errori. Le persone che hanno fatto la storia è giusto che siano menzionate a diverso titolo. Dai libri (oggi si direbbe dai social), alle intitolazione di luoghi pubblici ( scuole, piazze ecc). Poi i protagonisti vanno ricordati per quello che hanno fatto nella loro epoca. Non è tutto oro quello che luccica. Ma fare capire alla gente che ci sono stati personaggi che hanno contribuito, con la loro attività, a farci arrivare ai nostri giorni, è utile e necessario. Alcuni sono diventati dei simboli e anche se passano gli anni, a volte tanti, è inutile togliere per esempio un busto di Vittorio Emanuele solo per il giudizio negativo che si dà dei Savoia. Ai tempi degli antichi egizi i Faraoni avevano potere di vita e di morte su tutti i loro sudditi. Li mandavano all’altro mondo talvolta (anzi quasi sempre) per futili motivi. Ebbene nessuno si sogna di rimuovere dal museo egizio la mummia del Faraone Tutankhamon. Tutto questo ragionamento (a volte abbiamo il vizio, non so se ci capite, di prenderla da lontano…) per raccontare un episodio di cronaca. Il busto di Piersanti Mattarella, presidente della regione ucciso dalla mafia il 6 febbraio 1980, è collocato all’ingresso della villa comunale Margherita di Trapani. Eppure soltanto da pochi giorni amministratori e cittadini, durante un sopralluogo, si sono accorti che nella stele sulla quale è posto il busto del fratello del Capo dello Stato era sparita l’iscrizione “ucciso dalla mafia”. La stele, secondo alcune testimonianze, è danneggiata da circa un anno, così come quella, poco distante, dell’ex segretario regionale del Partito comunista Pio La Torre, anche lui assassinato dalla mafia. Il busto di Piersanti Mattarella, politico originario di Castellammare del Golfo ucciso a Palermo durante il suo mandato di presidente della Regione, appare anche mal tenuto: all’interno del giardino comunale nessuno, a quanto emerge da una prima indagine, si preoccupa di ripulire i busti dagli escrementi lasciati dai piccioni. “Ripristineremo immediatamente ciò che era stato scritto sulla stele a memoria di Piersanti Mattarella – ha detto l’ex procuratore di Palermo Francesco Messineo, commissario straordinario del comune di Trapani -. Non è certo però che le lettere siano state asportate, potrebbero essersi staccate per fattori di vario genere. Comunque sia avvenuto il fatto, è doveroso rimetterle subito a posto”. La mafia ha la caratteristica di lanciare messaggi di tipo mediatico. Lo Stato ha il dovere di rispondere in egual misura. La scritta va ripristinata non al più presto, ma subito. E a chiunque appartengano e in qualsiasi città: teneteli puliti questi monumenti.

Gaspare De Blasi

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Tags: Piersanti Mattarella