Promuovere la cooperazione tra gli Stati dell’UE e i Paesi del vicinato europeo, contribuendo a creare “una zona di prosperità condivisa” è quanto si propone il Programma Italia–Tunisia 2014/2024. Un progetto che coinvolge 6 Regioni costiere della Tunisia (governatorati di Ariana, Beja, Ben Arous, Bizerte, Jendouba, Nabeul) e 5 Province siciliane (Agrigento, Caltanissetta, Ragusa, Siracusa, Trapani).
Il Comune di Marsala partecipa con tre iniziative, sulla scorta del bando di “cooperazione transfrontaliera” illustrato lo scorso novembre a Palermo, presente il sindaco Alberto Di Girolamo quale consigliere regionale dell’ANCI. “Un processo di sviluppo congiunto è possibile e auspicabile – afferma il sindaco Di Girolamo -, ma occorre una partecipazione attiva dei territori italiani e tunisini a sostegno di ricerca e tecnologia, coinvolgendo Imprese, Enti e Istituzioni scolastiche”. Queste le proposte progettuali presentate dal Comune di Marsala in partenariato con altri Enti. Una riguarda la “Gestione delle acque non convenzionali in agricoltura” (Marsala capofila, con Università di Palermo, Organismi ministeriali tunisini di Sfax e Sousse), finalizzato a studio e progettazione di una rete di distribuzione delle acque reflue provenienti dal depuratore di contrada San Silvestro.
Il secondo progetto è il “Piano di gestione della pesca costiera, utilizzo di sistemi di telerilevamento e informativi territoriali” (Marsala capofila, con Distretto della Pesca di Mazara, Consorzio Universitario di Trapani e Ministero della Pesca di Tunisi), in cui sono state individuate le aree – il tratto costiero marsalese, lo Stagnone e l’area del Mammellone antistante Sfax – che si prestano alla sperimentazione di un piano di gestione capace di assicurare ai pescatori e alle loro famiglie la salvaguardia di un’attività economica fondamentale. Infine, la proposta progettuale in partenariato con la Fondazione Whitaker (capofila), CNR e Ministero del Turismo di Tunisi per la “Digitalizzazione del patrimonio culturale”, al fine di migliorare la visita dell’area archeologica di Mozia con utilizzo di tecniche informatizzate, percorsi guidati e applicazioni dedicate. La richiesta di finanziamento per i tre progetti ammonta a circa 2 milioni e mezzo di euro.