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Mancato invito alla cerimonia per il 50° Anniversario dal terremoto del Belìce. Botta e risposta fra i sindaci di Sciacca e Partanna

Il sindaco di Partanna, Nicola Catania risponde alla polemica sollevata dalla sindaca di Sciacca Francesca Valenti in merito ad un mancato invito alle celebrazioni per il 5o° Anniversario dal terremoto del Belìce, presenziate dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Gentilissima collega,
mi scuso se rispondo solo oggi alla tua del 13/01/2018 ma ho preferito far decantare le attività poste in essere per le commemorazioni delle vittime e le manifestazioni relative al cinquantesimo anniversario del terremoto della Valle del Belìce, non fosse altro perché nella giornata in cui si fa memoria delle vittime di quel tragico evento, che ha visto la presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella nel nostro territorio, non ho ritenuto opportuno alimentare ogni e qualsivoglia polemica futile, inappropriata e del tutto fuori luogo. 
Premesso che nutro da sempre un profondo rispetto per la comunità saccense che mi ha portato in diverse occasioni a collaborare attivamente con le amministrazioni succedutesi nel tempo e che mi hanno visto impegnato in tante battaglie, non ultime quelle relative al mantenimento della sede del Tribunale di Sciacca, al rilancio dell’azienda termale, al riconoscimento del tuo comune alla presidenza del Distretto turistico ed infine alla battaglia condotta per riconoscere a Sciacca il ruolo di ente capofila di un ipotetico Libero Consorzio, battaglie, queste, riferibili ad una collaborazione proficua con le varie amministrazioni saccensi che si sono succedute e temporalmente fino a qualche mese fa, prima del tuo insediamento.
Non ti nascondo che avremmo gradito molto che questa tua nota fosse stata inoltrata e divulgata, così come hai fatto agli organi di stampa, successivamente agli accadimenti della giornata del 14/01/2018 proprio per il rispetto nei confronti delle vittime stesse, dell’alta figura istituzionale del Presidente delle Repubblica e di tutti i familiari e i superstiti a quella immane catastrofe di cinquanta anni fa. Entrando nel merito, mi preme precisare che il protocollo e il cerimoniale concordato in un apposito tavolo è quello del protocollo “territoriale” che ha visto coinvolti esclusivamente i 21 Comuni identificati nei vari decreti ministeriali relativi all’individuazione dei centri colpiti dal sisma del 1968 e che problemi di capienza, ordine pubblico e sicurezza, imponevano la non estendibilità ad altre rappresentanze di amministrazioni del nostro territorio, ivi comprese quelle del Libero Consorzio di Trapani di cui il mio comune fa parte. 
Capirai bene che se avessimo dovuto applicare il principio da te esposto nell’invitare tutte le rappresentanze delle Amministrazioni che all’epoca hanno dato aiuto a vario titolo alle nostre popolazioni, dal Trentino Alto Adige all’intera Sicilia, l’elenco sarebbe stato interminabile. Tale scelta, da noi unanimemente condivisa, ci ha permesso di poter ospitare all’interno dell’auditorium ove si è svolta la manifestazione i rappresentanti istituzionali delle tre Province di Trapani, Agrigento e Palermo, i rappresentanti delle attività economiche e produttive dei 21 Comuni, le maggiori cariche militari e le autorità religiose delle province succitate, i rappresentanti del governo regionale e nazionale,  le mini delegazioni dei 21 comuni individuate nel numero di cinque consiglieri comunali inclusi i presidenti dei rispettivi Consessi civici e principalmente i familiari delle vittime del sisma e i sopravvissuti a quel tragico evento. 
Quindi, potrai ben capire, che si è preferito avere una presenza esclusivamente riferibile agli attori direttamente coinvolti in quella tragica vicenda perché si trattava di un momento commemorativo e non di una passerella politico-istituzionale. Aggiungo, inoltre, che fin dai mesi scorsi il coordinamento ha pubblicamente manifestato e richiesto la collaborazione di quanti sentissero la necessità di commemorare in ogni forma quel tragico evento, patrocinando le proposte che sarebbero pervenute al coordinamento stesso, e prioritariamente quelle riferibili agli enti locali del territorio che proponessero attività commemorative anche nelle proprie comunità. 
Orbene ho verificato più volte e non mi sembra, anzi ne sono certo, che nessuna proposta è stata avanzata dalla tua Amministrazione né per ricordare il valido sostegno avuto all’epoca dal centro sanitario della tua Città, né per ricordare le ammirabili gesta del dottore Giuseppe Ferrara, né per solidarizzare con le amministrazioni colpite dal sisma che avrebbero commemorato i propri concittadini deceduti in quel tragico evento di cinquanta anni fa. 
In ogni caso ti comunico che, in rappresentanza del valido aiuto a quel tempo prestato dalle vostre strutture sanitarie, abbiamo invitato il Commissario straordinario dell’Asp di Agrigento che era presente alla manifestazione. Figura, la sua, che rientrava come potrai ben comprendere, nella scelta del cerimoniale attuato. 
Concludo nel manifestarti il mio di disappunto in quanto ritengo inopportuno e poco rispettoso di un buon rapporto istituzionale, rappresentarmi le questioni da te esposte con una lettera diffusa tempestivamente anche a mezzo stampa, quando sarebbe bastata una semplice telefonata o una mail personale per chiarirti fin da subito le motivazioni che ti sto esponendo in questa mia missiva. Lungi da me, comunque, far sì che questo spiacevole incidente possa minimamente incrinare i doverosi rapporti istituzionali che sono certo, man mano maturerai la tua esperienza amministrativa, ci vedranno spero insieme per le rivendicazioni e il miglioramento dei servizi da rendere a nostri cittadini amministrati dichiarandomi fin da adesso sempre disponibile a supportare le legittime aspirazioni di tutti i saccensi ai quali rivolgo un affettuoso e cordiale saluto. Ti rassicuro, infine, che nel mio discorso alla presenza del Presidente della Repubblica ho portato il saluto dell’intero territorio e in questo anche quello del Comune che auspico da te ben amministrato.
Distinti saluti,
Nicola Catania
Ecco, la lettera che era stata inviata alla stampa dalla sindaca di Sciacca Francesca Valenti
Pregiatissimo Collega,
considero altamente qualificante, ai fini della valorizzazione della memoria storica, la presenza nel Tuo Comune del Signor Presidente della Repubblica On. Sergio Mattarella per l’avvio delle manifestazioni relative al 50° anniversario del terremoto che nel 1968 devastò numerosi comuni della Valle del Belice.
Una tragedia che, cinquant’anni dopo, può ancora rappresentare un momento di doverosa riflessione per l’intera comunità nazionale. Quel dramma, attorno a cui negli anni, purtroppo, si sono associate ingiustizie ed alimentate strumentalizzazioni, non coinvolse solo le popolazioni direttamente colpite dal sisma, ma un intero territorio, quello circostante che, più o meno indirettamente, fu testimone di straordinari esempi di solidarietà e soccorso.
In tal senso, permettimi di ricordare, anche la comunità di Sciacca, che ho l’onore di rappresentare, si sentì coinvolta da quella tragedia, avendola percepita non solo fisicamente, attraverso le oscillazioni del terreno, ma anche dal punto di vista umano, come dimostrò anche qui la necessità di realizzare una baraccopoli, così come dimostrò il ruolo centrale avuto dall’ospedale, non a caso definito da un giornalista del Corriere della Sera, in una delle sue corrispondenze dell’epoca più significative, “il più efficiente centro sanitario della zona terremotata”.
Un articolo, ripreso e restituito alla pubblica riflessione qualche giorno fa dal giornale online Risoluto.it, che ben testimonia il ruolo avuto dai medici del nosocomio di Sciacca, allora capeggiati dal compianto dottor Giuseppe Ferrara, dove furono ricoverati decine e decine di feriti, costringendo i chirurghi a interventi senza sosta in sala operatoria. Insomma: ancorché senza morti né feriti tra i suoi cittadini, anche Sciacca fu vittima di quel terremoto.
E, a nome della comunità di Sciacca, non posso non manifestarTi tutto il mio rammarico per il fatto che il Coordinamento dei Sindaci da Te presieduto non abbia ritenuto di coinvolgere anche il mio Comune alla manifestazione di inaugurazione delle commemorazioni alla presenza del Capo dello Stato.
Invano, in questi giorni, ho atteso una lettera o una telefonata. Non posso non esternarTi il mio disappunto per questa decisione o dimenticanza. In ogni caso, Ti prego di estendere il saluto della comunità di Sciacca al Presidente Mattarella.
Cordialmente.
Francesca Valenti

redazione

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