Neanche il tempo di ratificare la nomina dei nuovi assessori che il presidente della Regione Nello Musumeci si ritrova a ragionare su una delle criticità che aveva accompagnato i 5 anni del governo Crocetta: l’emergenza rifiuti. Di proroga in proroga, le discariche sono periodicamente sature e di volta in volta occorre capire come scongiurare il rischio che i sindaci debbano tenersi i rifiuti nelle proprie città vista l’impossibilità di conferire l’indifferenziato negli appositi impianti. Oggi, ad esempio, è l’ultimo giorno in cui la discarica trapanese di Borranea potrà accogliere i rifiuti che arrivano dagli altri Comuni della provincia. Se in giornata non arriveranno novità da Palermo, le amministrazioni municipali dovranno attrezzarsi per trovare soluzioni alternative.
“Abbiamo affittato alcuni mezzi e abbiamo in programma di trovarne altri – spiega il vicesindaco di Marsala Agostino Licari – in modo da far sì che i cittadini non si accorgano dell’emergenza, com’è già avvenuto nei giorni scorsi, quando c’era stato un problema al nastro trasportatore del sistema di pre-trattamento di Borranea e abbiamo continuato a raccogliere i sacchi depositati per le vie cittadine come se nulla fosse. Tuttavia, possiamo reggere in regime emergenziale fino a sabato. Dopo di che, potremmo cominciare ad avere davvero problemi. All’Ecoforum (tenutosi martedì ai Cantieri della Zisa ndr) il presidente Musumeci ha assicurato di aver firmato la proroga, ma il sì definitivo dovrà arrivare dal Consiglio dei Ministri nelle prossime ore”.
L’emergenza del momento, naturalmente, non può cancellare l’incapacità mostrata dal governo Crocetta di intervenire in maniera radicale in un settore estremamente delicato, che vede la Sicilia fanalino di coda nazionale sul fronte della raccolta differenziata. “Com’è stato detto anche all’Ecoforum – sottolinea Agostino Licari – il problema è costituito soprattutto dai centri più grandi, come Palermo, Catania, Messina, Siracusa. Tra le città Marsala è quella che è arrivata alla percentuale più alta, attualmente compresa tra il 55 e il 60%. Dal 2015 ad oggi siamo passati da un conferimento in discarica di 22 mila tonnellate l’anno alle 15 mila tonnellate previste per il 2017. Di fatto abbiamo sottratto 1,5 milioni di lire al business dell’ecomafia. La verità è che ci sono lobby e potenti che non vogliono che in Sicilia si faccia la differenziata. Il governo Crocetta ha fatto solo confusione e il risultato è che non abbiamo strutture alternative alle discariche e una terra bellissima distrutta da una gestione mafiosa. A questo punto, se non si fa un’azione forte sulla differenziata dovremo necessariamente esportare i nostri rifiuti fuori dalla Sicilia, con un’ulteriore aggravio di costi per le casse pubbliche”.