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Truffe on line. Il caso di un nostro lettore, e la nostra testimonianza in diretta

Le truffe on-line sono ormai diventate materia quotidiana. Ce ne sono di diverse tipologie. Gli acquirenti diventano sempre più esperti e i truffatori si attrezzano.

Ci chiama un  nostro lettore per raccontarci la sua esperienza. Ci incontriamo perché ci dice di essere in possesso delle relative carte di quanto gli è accaduto, e assistiamo quasi per caso ad una parte del tentativo di truffa.

Procediamo con ordine. Il signor Giuseppe, persona che occupa anche un ruolo sociale di una certa importanza, decide, visto che ormai non la usa più, di mettere in vendita una canoa. Fissa il prezzo e posta su uno dei siti di vendita on-line più “cliccati” la foto e il recapito con cui raccordarsi in caso di manifesto interesse nei confronti dell’acquisto.

Tutto secondo copione. Riceve alcuni messaggi  e nel giro di qualche giorno pensa di avere concluso l’affare.

“Mi contatta un cittadino dall’apparente nome francese – ci dice Giuseppe mostrandoci la fotocopia del documento di questo fantomatico signore-. Ci accordiamo per via mail, gli mando il codice iban della mia banca, e aspetto come concordato il bonifico a seguito del quale spedirò la canoa. Passano alcuni giorni e mi arriva una mail in cui mi si chiede un recapito telefonico per comunicare l’avvenuto pagamento. Non capisco perché, comunque mando il mio numero di cellulare”.

Giuseppe ci racconta che dopo poco tempo è stato contattato dall’acquirente che conferma la sua identità, parla un italiano con tipico accento francese, e dice di telefonare dalla Costa d’Avorio. La sua banca ha accettato ed emesso il bonifico a mio favore. Ma in Costa d’Avorio c’è una norma che obbliga i cittadini in caso di transazione internazionale a versare a cura dell’acquirente straniero, una cifra allo Stato. Un sorta di tassa, capisce il nostro Giuseppe.

“A fronte dei 1900 euro che mi deve il mio corrispondente – continua-, si deve corrispondere allo Stato africano una tassa di 200 euro. Comincio a non vederci chiaro. Perché non paga lui l’importo?”

Ma i truffatori sono organizzati anche a fornire risposte prima ancora della richiesta dei chiarimenti.

“Mi scrive subito l’acquirente dicendomi che l’importo deve essere versato dal cittadino straniero, altrimenti se provvede lui, è reato. Comunque mi assicura di avere dato disposizioni alla sua banca di aggiungere al precedente bonifico a mio favore altri 200 euro. il tutto appena in banca sarà arrivato il mio bonifico”.

Giuseppe a correlazione di tutto quanto mi racconta, mostra tutta una serie di documenti che l’acquirente gli ha inviato, compresa la fotocopia dell’avvenuto pagamento del bonifico con tanto d’intestazione della banca africana. Il nostro lettore si prende qualche giorno di riflessione (forse in attesa che gli arrivi una nuova proposta di vendita “più semplice”). Ma i truffatori sono esperti  e sanno che il candidato alla truffa può  essere diffidente e così…

“Una mattina – continua Giuseppe – in orario di lavoro mentre i precedenti contatti sono stati tutti serali, mi arriva una telefonata di un signore che dice, con lo stesso accento dell’acquirente, di essere un funzionario della banca, che a mio nome è stato emesso un bonifico ma che nel rispetto delle norme non può dare seguito al pagamento. Occorre il versamento della tassa di transazione internazionale. Anche in questo caso, dopo pochi minuti mi arriva tutta la documentazione attestante quanto dichiaratomi dal funzionario.

Ci penso, mi consulto con in miei familiari e decido di fare il bonifico. Proprio la mattina in cui avevo deciso di fare l’operazione, incontro un poliziotto che conosco da anni. Quasi per caso racconto la vicenda. Si insospettisce e chiama un suo collega della polizia che si occupa del settore e scopriamo che tanti, con lo stesso sistema, sono rimasti truffati. Mi consiglia di sporgere denuncia- si tratterebbe però di una tentata truffa, visto che io  non ho versato nulla e niente ci ho rimesso”.

Giuseppe desiste. Ma i suoi corrispondenti tornano alla carica, con metodi gentili, ma affermando sempre che hanno i soldi loro bloccati in attesa del bonifico dall’Italia.

“Passano i giorni e le telefonate si diradano” -afferma Giuseppe – ma, mentre sta ultimando il racconto squilla il telefono. Sono loro, mette il viva voce e assieme ascoltiamo la richiesta di uno che si presenta come un bancario della Costa D’Avorio che gentilmente richiede a Giuseppe il bonifico relativo alla pratica in corso.

“Ho voluto raccontare la mia vicenda per mettere in guardia i cittadini da eventuali tentativi di questo genere – conclude il nostro lettore- attenzione più sono bravi e convincenti più dovete diffidare”

Gaspare De Blasi

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Tags: truffa on line