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L’oro di padre Pio

Ci scrive un nostro amico che è stato di recente in pellegrinaggio per visitare le spoglie mortali di padre Pio da Pietralcina, forse il santo dell’era moderna più venerato dagli italiani. Il sito, inaugurato non molto tempo fa dal Papa, è tutto d’oro! Frutto delle donazioni dei fedeli, s’intende. E’ forse inutile dire che la dimora eterna del Santo stride con l’iconografia tradizionale che si ha di lui? Viveva, ci hanno detto nelle biografie in una piccola cella, consumava pranzi frugali e non aveva certamente accesso a lussi terreni, naturalmente per sua scelta. Ora che cosa c’entri tutto questo sfarzo con la Chiesa che trae origini da un uomo che predicava scalzo, andando ramingo per il deserto della Galilea 2000 mila anni fa, è incomprensibile. Non ci risulta, ma siamo pronti a smentirci, che Gesù abbia mai detto di volere essere seppellito in una grotta d’oro, visto che da lì sarebbe cambiata, con la sua Resurrezione, la storia del mondo. Niente, neanche un briciolo di quella che oggi si direbbe, una imponente coreografia. Solo una grotta e basta. Padre Pio era appartenente all’ordine dei frati minori cappuccini, come lo sono i suoi confratelli che oggi lo “espongono” in una dimora eterna tutta d’oro. L’ordine nacque intorno al 1520 circa, quando il frate francescano osservante Matteo da Bascio, si convinse che lo stile di vita condotto dai francescani del suo tempo non era quello che san Francesco aveva immaginato. Egli desiderava ritornare allo stile di vita originario in solitudine, penitenza e povertà come praticato dal fondatore del suo ordine. I francescani a cui l’ordine di padre Pio si richiama, si rifanno al santo italiano più famoso della storia, Francesco d’Assisi, un altro che, rifiutando i vantaggi dei beni terreni, predicava l’amore e la pace, rivolgendosi soprattutto ai poveri. Siamo sicuri che quando questi santi uomini di Pietralcina, questi architetti dell’oro, si presenteranno al Padreterno, insieme al Giudizio finale, non riceveranno qualche tiratona di orecchi? Se poi guarderanno bene in fondo, come in un affresco di Michelangelo tra i cherubini e gli angeli, ci sarà un frate imbronciato e nervoso che li guarderà con risentimento. Uno dei pochi che ha diritto a stare lì: Francesco d’Assisi.

Gaspare De Blasi

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