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Airgest, si procede con il nuovo bando. Ma Giudice avverte: “Stagione estiva in gran parte compromessa”

“L’aeroporto è in una situazione di crisi profonda”. Non usa mezzi termini il presidente del Consiglio d’amministrazione di Airgest Franco Giudice per descrivere la fase che sta vivendo il “Vincenzo Florio” di Birgi. Tanti, come abbiamo raccontato in questi giorni, i fronti aperti e diverse le criticità e le vertenze che preoccupano il management della società di gestione dello scalo.

Nel corso della conferenza stampa di questa mattina, Franco Giudice ha spiegato che con i 17,7 milioni di euro raccolti – tra Regione Siciliana e i 13 Comuni firmatari del co-marketing – si potrà procedere nei prossimi giorni a un bando che darà seguito alla procedura avviata a maggio, quando fu fatto un avviso pubblico di preinformazione che mirava a raccogliere le manifestazioni di interesse di aziende che potessero organizzare una campagna di informazione sul territorio. A tali somme si sperava potessero aggiungersi i 2,5 milioni che ancora il Libero Consorzio ha in cassa e che sono stati a loro volta destinati per azioni di promozione turistica dal Governo nazionale a titolo di ristoro per la chiusura dell’aeroporto al traffico civile durante la guerra in Libia. “L’ex Provincia – spiega Giudice – non li dà per ragioni tecniche difficili da spiegare. Alcune posizioni di tipo tecnico giudirico dell’ente dicono che non si possono utilizzare per la gara. Noi non siamo d’accordo, ma accettiamo la loro decisione. Tuttavia, sarebbe un delitto se questi soldi non venissero spesi per azioni di promozione turistica che possono anche non riguardare l’aeroporto. Su quest’aspetto non abbiamo avuto nessuna risposta”. Tornando al bando, il presidente di Airgest fa sapere che “se non ci dovessero essere altri intoppi” a gennaio il servizio potrebbe essere assegnato, nel rispetto delle tempistiche previste dal codice degli appalti. “Stando così le cose – avverte Giudice – gran parte della prossima stagione estiva verrà compromessa e sarà solo parzialmente coperta dal nuovo contratto”.

Di fatto, nella migliore delle ipotesi, ci vorrà un anno prima che l’aeroporto torni a regime, anche se i 17,7 milioni che andranno in gara rappresentano una somma tutto sommato esigua rispetto a quella auspicata per garantire a Birgi un numero di rotte adeguate al traffico passeggeri che si vorrebbe raggiungere. Nel frattempo, ci si dovrà accontentare di qualche accordo con vettori come la maltese Medavia, che presto riattiverà il collegamento con Fiumicino.

Presenti al tavolo della conferenza stampa, accanto a Giudice, anche il presidente della Camera di Commercio Pace, il sindaco delle Egadi Giuseppe Pagoto e il presidente di Sicindustria Trapani Gregory Bongiorno (in sala anche il direttore generale Giancarlo Guerrera e la componente del Cda Daniela Virgilio). Pino Pace si è detto fiducioso sulla possibilità che qualche altro Comune nelle prossime ore si aggiunga all’elenco di quelli che hanno firmato il nuovo accordo di co-marketing, senza dimenticare però la questione dei debiti che alcune amministrazioni del trapanese continuano ad avere rispetto all’accordo siglato tre anni e mezzo fa (mancano all’appello 520.000 €). A riguardo, Pace ha preannunciato nei prossimi giorni una nuova riunione per la regolarizzazione di quanto dovuto all’Ams, la ditta che cura la promozione pubblicitaria per conto di Ryanar. Da presidente del Distretto Turistico Sicilia Occidentale il sindaco Giuseppe Pagoto ha riservato un plauso al lavoro di rete portato avanti in questi mesi nell’interesse dell’aeroporto, ma ha anche sottolineato le difficoltà attuali dello scalo: “Da amministratore di questo territorio dico che trovare non prenotabile Trapani dai siti delle compagnie aeree può generare un messaggio devastante per l’economia del territorio”. “Oggi sono partiti da qui solo due voli, sembra di essere tornati a dieci anni fa – aggiunge Gregory Bongiorno -. Questo dovrebbe fare riflettere i sindaci che non hanno firmato l’accordo”. Tra le tante questioni da risolvere, non va dimenticata quella dei dipendenti di Airgest (attualmente 76) che con la riduzione del traffico aereo rischiano di trovarsi in situazioni di esubero. Per 15 di loro, giorno dopo giorno, si fa via via più concreto il rischio di licenziamento. Non a caso, in prima fila alla conferenza stampa c’era anche il sindacalista della Uil Tommaso Magaddino. “Gli esuberi – ha sottolineato Giudice – vanno gestiti nell’ambito accordo sindacale per evitare i licenziamenti. Sono fiducioso sulla possibilità che si trovino metodi alternativi previsti dalla legge”.

Vincenzo Figlioli

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