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Interessi politici e intrecci illeciti contro lo sviluppo del Porto di Marsala? L’esposto di Giulia Adamo arriva in Procura e all’Antimafia

Come preannunciato nel corso della conferenza stampa di venerdì scorso, ieri a mezzogiorno Giulia Adamo ha depositato presso la Procura della Repubblica di Marsala un esposto in merito al cosiddetto “progetto pubblico” del Porto di Marsala. In particolare, l’ex sindaco chiede che gli organi competenti accertino eventuali responsabilità sull’omessa realizzazione del progetto riguardante le “opere di messa in sicurezza molo foraneo sopra flutto molo foraneo sotto flutto, banchine e piazzali ed escavazioni” e, più in generale, sulle cause che avrebbero impedito negli anni lo sviluppo del Porto di Marsala.

L’esposto, inviato anche alla Corte dei Conti e, per conoscenza, anche alla Dda di Palermo e alla Commissione Parlamentare Antimafia, ricostruisce la storia dell’iter progettuale che era stato seguito dalla Adamo negli anni della sua amministrazione comunale, ribadendo come lo stesso non fosse in contrasto con il progetto privato della Myr. La Adamo fa riferimento a “legittimi sospetti che da decenni possa esservi una precisa regia volta ad impedire lo sviluppo del Porto di Marsala”.

“Si ricorda – scrive l’ex sindaco – che la posizione strategica del Porto di Marsala, in condizioni strutturali diverse, consentirebbe di acquisire un ruolo centrale nel Mediterraneo. Interessi politici ed economici potrebbero intrecciarsi con la volontà di ignoti a mantenere il Porto una sorta di “zona franca” per traffici che negli anni si sono perpetrati nel nostro territorio, si ricordano la sofisticazione del vino o l’ingresso di notevoli quantità di vino da Paesi stranieri. Il Porto di Mazara del Vallo per la sua tradizionale e precisa vocazione peschereccia ed il Porto di Trapani, per il notevole flusso turistico e commerciale, hanno sempre avuto una maggiore attenzione da parte delle autorità competenti con l’impiego di risorse umane ed organizzative. Trapani e Mazara del Vallo sono sede di comandi territoriali con le Capitanerie di Porto, Marsala ha invece un ufficio circondariale. A Trapani ha sede l’Ufficio delle Dogane che, come noto, esercita attività di controllo, accertamento e verifica relativa alla circolazione delle merci e alla fiscalità, mentre Marsala ha una sezione operativa territoriale. Marsala sembra essere l’anello debole della costa della Sicilia Occidentale, seppur storicamente riconosciuta come crocevia del Mediterraneo, ed il suo porto probabilmente è stato considerato, negli anni, come più “accessibile” e più permeabile alla penetrazione di traffici illegali”.

La Adamo torna sul finanziamento che era stato previsto nell’ambito del Patto per la Sicilia per la realizzazione della diga antemurale (49 milioni di euro) e per la banchina curvilinea (un milione), elencando i vari pareri favorevoli che il progetto aveva ricevuto prima di fermarsi alla richiesta di chiarimenti avanzata al Comune di Marsala dalla Commissione Tecnica di Valutazione Impatto Ambientale presso il Ministero dell’Ambiente che voleva informazioni a proposito dei pericoli riscontrabili nell’attuale configurazione del porto che avrebbero giustificato l’urgenza della messa in sicurezza.

“La suddetta Commissione – scrive la Adamo nel suo esposto – ha più volte tentato di richiedere chiarimenti in merito, anche attraverso la convocazione della riunione del 5 maggio 2016. Il Comune di Marsala, ignorando l’invito, non si è presentato ed ha omesso di esercitare la funzione dovuta. Si è così generata una situazione nella quale, oggettivamente, un atto della Pubblica Amministrazione, che avrebbe dovuto avere luogo, non ha avuto luogo. Appare evidente che nella fattispecie narrata, l’azione amministrativa non è stata tempestiva, reattiva, pronta a soddisfare l’esigenza pubblica di mettere in sicurezza il Porto di Marsala. La Commissione Tecnica di V.I.A. presso il Ministero dell’Ambiente, quindi, richiamato il principio di prevenzione che impedisce di poter avallare istanza autorizzativa non adeguatamente motivata ha espresso parere negativo riguardo alla compatibilità ambientale del progetto. […] Appaiono incomprensibili le ragioni che hanno portato l’Amministrazione Comunale ad interrompere l’iter già avviato e prossimo alla conclusione per rendere definitivamente cantierabile il progetto in oggetto. Il 28 aprile 2016, fra l’altro, durante una seduta di Consiglio comunale aperto sul porto di Marsala, la scrivente ha reso noto il suddetto iter sul procedimento da lei intrapreso ed ha invitato il sindaco, il presidente del Consiglio, i consiglieri e i deputati regionali presenti a portare avanti il progetto per la messa in sicurezza del porto, ricordando, tra l’altro, che il relativo finanziamento è stato previsto nell’apposito accordo Stato – Regione. In conclusione si ritiene che vi sia stata una palese omissione per ragioni incomprensibili che richiamano precedenti analoghi”. Infine, Giulia Adamo si chiede perchè gli organi preposti non si siano attivati per realizzare i lavori di messa in sicurezza che avrebbero consentito di utilizzare il porto in maniera funzionale, quando sarebbe bastato intervenire “presso il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, per fare in modo che la commissione tecnica Via Vas inserisse nuovamente il progetto tra quelli della commissione per l’ottenimento delle valutazioni ambientali, fornendo contestualmente i chiarimenti richiesti”.

Per quanto riguarda il reperimento dei fondi necessari all’opera, Giulia Adamo sottolinea che sarebbe bastato “attivare ogni possibile procedura per la conferma del finanziamento del progetto” nell’ambito del ciclo di programmazione comunitaria 2014-2020 o in altri strumenti di programmazione. Alla luce di ciò, l’ex sindaco “chiede alle autorità di accertare nell’ambito delle rispettive competenze, la sussistenza di eventuali responsabilità, a carico di soggetti ignoti a vario titolo coinvolti nei fatti esposti e nondimeno, di svolgere ogni attività di competenza al fine di promuovere ogni iniziativa per la definizione e realizzazione del progetto di messa in sicurezza e di riqualificazione dell’area portuale marsalese, nonché al fine di rimuovere ogni ostacolo originato dall’inerzia o dall’inadempienza della pubblica amministrazione”.

Vincenzo Figlioli

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