Due imprenditori di Campobello di Mazara (TP) ed un collaboratore esterno d’azienda, sono stati denunciati alla competente autorità giudiziaria con l’accusa di aver reclutato numerosi lavoratori in nero, sfruttandoli ed approfittando del loro stato di bisogno. Dovranno pagare oltre 51.000 euro di sanzioni comminate in relazione alle numerose irregolarità riscontrate dai militari del Nucleo Carabinieri dell’Ispettorato del Lavoro di Trapani e dal Nucleo Operativo del Gruppo CC Tutela del Lavoro di Palermo, coadiuvati da personale dell’Arma territoriale.
Da diversi giorni, i titolari delle aziende agricole, facevano lavorare ben 17 cittadini senegalesi per raccogliere olive in due fondi agricoli di Campobello di Mazara, senza contratto, senza controlli sanitari, senza diritti, pagandoli “circa 3,00 euro ad ora”.
Gravi sono le responsabilità degli imprenditori i quali, oltre allo sfruttamento, dovranno rispondere di reati in materia di igiene e sicurezza sui luoghi di lavoro, circa la mancata sottoposizione alle visite mediche, la mancata consegna dei dispositivi di protezione individuale, l’omessa formazione ed informazione dei rischi connessi all’attività da svolgere e la mancata redazione del documento di valutazione dei rischi.
Il controllo effettuato dai Carabinieri è volto a verificare la regolare occupazione degli oltre 1000 ospiti del campo improvvisato a Campobello di Mazara in contrada Erbe Bianche, tutti stranieri, che ogni anno, puntualmente, vengono sfruttati dall’imprenditoria locale per lavori in agricoltura e, proprio in questo periodo, per la raccolta delle olive.
“Flai, Fai e Uila – affermano i segretari generali Giacometta Giacalone, Massimo Santoro e Tommaso Macaddino – sono da sempre impegnati nel contrasto al lavoro nero, tanto che lo scorso giugno abbiamo costituito uno sportello per la provincia di Trapani, con sede a Castelvetrano, per il collocamento e contro l’illegalità in agricoltura in attuazione della legge 199 e del Protocollo “Cura-Legalità-Uscita dal ghetto”. Il protocollo è stato firmato in prefettura, oltre che dai sindacati, dai rappresentati dell’Ufficio provinciale per il lavoro, da Agrinsieme e dal comune di Campobello di Mazara. Si tratta – aggiungono – di uno strumento importante poiché messo in campo grazie alla sinergia tra diverse istituzioni che confluiscono nel tavolo tecnico istituito in Prefettura per la sicurezza sui luoghi di lavori e il contrasto al lavoro nero del comparto agricolo. Anche se questo specifico progetto è in fase embrionale poiché partito solo da alcuni mesi, si tratta di un passo nella direzione giusta e a confermarlo vi sono le adesioni di oltre sessanta aziende che hanno permesso fino alla settimana scorsa la regolare assunzione di 380 persone”.
“Auspichiamo – concludono Giacalone, Santoro e Macaddino – che si possa continuare su questa nuova strada intrapresa da tutte le parti coinvolte dal tavolo prefettizio in modo che si possa avere una netta linea di demarcazione tra chi opera nella legalità e chi no”.