Chi ci segue in queste nostre note sa che spesso cerchiamo di chiudere con ironia i nostri ragionamenti (naturalmente spesso non ci riusciamo). Oggi no, non ci va di affrontare la vita con umorismo. Due uomini sono morti a Naro in provincia di Agrigento. I due operai che stavano effettuando lavori all’interno di una cisterna sono deceduti precipitando da un’altezza di venti metri all’interno del serbatoio. Secondo le prime ricostruzioni avrebbe ceduto la catena che reggeva il cestello dove si trovavano i due uomini. Dalle prime informazioni stampa, sembra che ad assistere alla scena ci fosse anche il figlio di uno dei due che lavorava nella stessa impresa. Il ragazzo ha visto morire il genitore, non nella fatalità di un incidente d’auto o nella imponderabilità di una malattia, no, l’ho ha visto morire perché il padre era lì a cercare di guadagnare il denaro per la famiglia, che evidentemente era poco, visto che anche il ragazzo lavorava. E’ morto insomma perché si trovava al lavoro e doveva essere persona di fiducia se era riuscito (dalle nostre parti si usa così), ad “impostare” anche il figlio. E invece è morto per un lavoro che dalle nostre parte è difficile da trovare, e ancora più difficile da difendere. Agghiacciante! Non è giusto morire in un incidente sul lavoro. Le cosiddette morti bianche colpiscono principalmente la povera gente, quelli che pur di lavorare accettano condizioni di lavoro a volte impossibili ( e se non è quasto il caso, ne abbiamo raccontati tanti e certamente non è finita qui). Avete mai visto un Briatore o un Marchionne rischiare la vita mentre organizzano le loro strategie di marketing? Non sappiamo la dinamica del fatto. Non ci compete e, non so se ci capite, neppure ci interessa. Sappiamo che due uomini sono morti nel suo posto di lavoro, che da ieri sera le mogli e figli saranno soli e che forse, molto forse, qualcuno tra qualche anno pagherà. Chissà se il ministro del Lavoro, il presidente del Consiglio, e i parlamentari impegnati a come “fregarsi” a vicenda con una legge elettorale nuova, trovino il tempo per riflettere su cosa accade loro intorno. Se tutto questo è banale e retorico siamo banali e retorici. E anche, scusate, incazzati.