Categorie: AperturaIo la penso così

Prima di internet

Ricorre in questi giorni il 42esimo anniversario della nascita delle radio libere, come ha ricordato in un puntuale articolo di costume il Corriere della Sera. Nel 1975 quasi all’improvviso comparvero nell’etere migliaia di voci e musiche destinate a cambiare per sempre le abitudini e la storia quotidiana degli italiani. Non è azzardato dire che, assieme all’avvento del televisore, le radio private siano state le protagoniste della più importante rivoluzione di costume del dopoguerra, prima di internet che sta caratterizzando il nuovo millennio. Ma quella magia di voci che giungevano, così vicine e familiari ed al contempo così misteriose e lontane, sconvolse tutto il nostro modo di vivere. Chi ha l’età ricorda come, per esempio, l’estate del ’75 fu caratterizzata dalla irruzione massiccia delle radioline in spiaggia. Ascoltare e riascoltare le canzoni preferite, senza mettere su il giradischi (allora i Cd non esistevano e per i social ci sarebbero voluti ancora alcuni decenni), provare a dare un volto a chi stava dall’altra “parte”, immergersi nelle magia dei suoni, anche a tarda notte, liberarsi dei Gr ampollosi e compassati, per apprendere le notizie della propria città, se non addirittura del proprio quartiere, questo e tanto altro furono le radio private in quegli anni. I gridi di dolore e di libertà, uniti alla frivolezza di trasmissioni con le dediche per la fidanzata o per il compleanno della nonna, furono i protagonisti dell’etere di quegli anni. Ci piace ricordare Peppino Impastato ma, senza essere fraintesi, anche le trasmissioni sportive delle squadre locali. Apriamo una parentesi, allora il Marsala calcio era in serie C e per conoscere il risultato quando giocava in trasferta la domenica, occorreva attendere… il lunedì. Era questo il mondo di allora. Poi, come forse è giusto che fosse, tutto passò. Alle voci fu dato un volto, arrivarono le Tv private, i grandi neetwork , i conflitti di interesse e il grande fratello; ma quella stagione, così ricca ed affascinante rimane lì, immutabile, a ricordarci che il tempo può distruggere tutto, ma non può uccidere un’emozione.

Gaspare De Blasi

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Tags: radio