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MEI: il Forum del Giornalismo Musicale, l’era 2.0 e la critica

Domenica 1° ottobre, la seconda ed ultima giornata del Forum del Giornalismo musicale, nell’ambito del MEI, Meeting delle Etichette Indipendenti. Nella Sala del Consiglio comunale di Faenza, un corso di aggiornamento che ha toccato varie tematiche, soprattutto come è cambiata oggi la comunicazione nell’era 2.0 della musica. Luca Dondoni di Rtl 102.5, si è soffermato a parlare di come oggi, con i Social, spesso l’artista bypassi i quotidiani per dare una notizia che li riguarda. “È un danno? No, ma bisogna seguire i Social per sapere in tempo reale ciò che accade – ha detto Dondoni -. Come si può superare lo scoglio dell’immediatezza? Con l’approfondimento, dicendo qualcosa in più è questo che ci distingue”. Poi il giornalista radiofonico ha parlato di come la credenza di molte televisioni era che la musica non facesse audience. Oggi la musica è tornata in tv con grossi eventi. Perché? La tv ha capito che alla gente la musica interessa, la crisi del cd e del disco, della musica venduta, ha portato a vedere più musica dal vivo. “Le radio stanno insegnando ai ragazzi ad aspettare il primo, il secondo, il terzo singolo. Non si aspetta più l’uscita del singolo con la nascita della streaming. Questa idea del non possesso ma dell’uso, nella musica è stata una bomba atomica”, ha affermato Dondoni.

Poi parlando dei numeri della Radio, che fa 24 milioni di utenti la settimana, dati over tv, dice: “Nella mia radio trovate il caviale e il gorgonzola. Con Brunori Sas noi conduttori abbiamo chiesto a chi si occupa della programmazione di inserire l’ultimo disco. Così abbiamo fatto con Coez, nomi che prima ad Rtl o in altre radio non passavano”.
Fabrizio Galassi invece, ha parlato del giornalismo musicale nell’era digitale. “Oggi i musicisti creano marchi, prodotti – afferma il giornalista -, un atteggiamento che giornalisticamente va utilizzato per attirare i propri contenuti. La recensione vive una crisi. Rockol ad esempio ha trovato un modo differente e funzionale non più di 800, 900 parole fatte per il mobile. Così il lettore può facilmente leggere gli articoli dal cellulare”. Quindi usare tutti i Social, twitter sembra in calo, Instagram funzionale per foto e video, su Facebook essere presenti commentando, uscire dal proprio profilo.
Vincenzo Martorella ha affrontato gli elementi di scrittura critica musicale, chiarendo come oggi le due figure di giornalista e critico musicale sono sempre più fuse. Ribadendo come la recensione attraversi una crisi, che “… dobbiamo accorgerci che l’unica possibilità affinché sopravviva una capacità e una libertà di esprimere giudizi professionali è l’approfondimento. Se guardiamo al calcio ormai le testate sportive e i programmi tv si muovono su questo fronte. Il lettore medio sa poche cose e bisogna informarlo”, ha specificato Martorella. La capacità di ascoltare che spesso manca è al contrario elemento importante perché, per dirla con il giornalista, ci dà il diritto di esprimere una valutazione. Tutti oggi esprimono giudizi ma l’approfondimento è quello sui cui si deve puntare.
A seguire Federico Guglielmi (Il Mucchio, Exitwell, L’Ultima Thule) ha approfondito la tematica del giornalismo musicale, professione o solo hobby? “Ho iniziato a 19 anni da appassionato poi ho approfondito altri temi, altri settori musicali. Ho studiato e quando ho iniziato a lavorare non pensavo potesse diventare il mio lavoro, ma verso i 40 anni ho pensato fosse la mia unica strada. Se paragono la mia situazione di quando ho iniziato con un giovane di oggi mi viene da dire lasciate perdere. Ma riguarda tutto il giornalismo. Certo se ha un guadagno dignitoso va benissimo. Non mi ritengo un’eccellenza”, dice Gueglielmi che poi racconta un aneddoto: “Quando ho iniziato a scrivere delle recensioni, una veniva pagata 25mila lire lorde. Con 20 mila lire compravi due lp e mezzo, potevi investirli in dischi. Oggi un cd costa 20 euro, una recensione viene pagata se va bene 25 euro lordi. In molti posti però non si viene neanche pagati”.

Guglielmi ha poi raccontato la sua esperienza non proprio felice nell’ultimo periodo, con il mensile Il Mucchio. “Il mio editore mi girava e mail con la richiesta di diversi giovani di lavorare e recensire per Il Mucchio senza un compenso. Le vendite iniziavano a calare e facendo due conti, all’editore conveniva. Anche per questo sono andato via nel 2014 – racconta -. Queste persone disposte a lavorare gratis però hanno ricevuto qualcosa in cambio, davo loro delle dritte di scrittura, di linguaggio. Siamo arrivati ad un punto in cui c’è molto precariato ed altri che lavorano nel settore fanno anche altro per vivere. E allora cosa fare? La cosa principale è studiare e approfondire, non fidarsi solo dei comunicati stampa, avere l’attenzione sui particolari. Io mi aspetto che mi consegnino un articolo per come deve essere fatto nel giornale. Perché spesso chi scrive se ne frega. E invece se scrive in un italiano decente e consegna le cose in maniera decente ha un grosso vantaggio. Per fare ciò bisogna avere le nozioni di base sull’impaginazione, un minimo uso di photoshop, dotarsi di un corredo fotografico con risoluzione, usare un minimo photoshop. Vorrei gente preparata, che si applica sull’italiano, che si informa ad analizzare le fonti attendibili e che mi consegni un prodotto pronto. Non è il caso di farsi illusioni su quali risultati ottenere, anche se la fortuna aiuta. Ma siamo in un paese in cui la musica viene considerata poca cosa”.

Nel pomeriggio, sempre nella sede dell’Aula consiliare di Faenza, i giornalisti del Forum Musicale, si sono confrontati sulla nascita di un’associazione ad hoc che riunisca gli operatori intervenuti.
Sul palco di Piazza del Popolo orchestra folk per la pace dei Popoli, gli artisti di Una voce per la libertà concorso in collaborazione con Amnesty International che ha visto esibirsi il vincitore Carlo Valente e Diodato con la sua band. In Piazza Pancrazi ancora musica con, tra gli altri, il cantautore Roberto Durkovic, mentre al Corona Cocktail Planza si è svolto il Mei Superstage 2017 con diverse band sul palco del locale.

Claudia Marchetti

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Tags: Forum del Giornalismo MusicaleMEI