La vicenda, seppur nota, è scoppiata nell’ ultima riunione del Consiglio comunale dello scorso giovedì 14 settembre. Il riferimento è alla denuncia sullo stato d’abbandono in cui versano gli uffici che ospitano l’urbanistica e l’acquedotto, situati in contrada Amabilina. Ad innescare la scintilla la notizia che l’amministrazione intende proporre un emendamento al prossimo piano di Opere Pubbliche Triennali che miri a trasformare i locali dell’ex scuola di Amabilina che attualmente ospitano gli uffici comunali di cui ci stiamo occupando.
“Restaureremo il teatro dell’ex scuola – ha detto Alberto Di Girolamo-, mettendo mano anche alla palestra che potremo rendere fruibile per i cittadini della attigue case popolari del quartiere. E’ sbagliato affermare che intendiamo trasformare i locali in nuovi alloggi popolari. Noi siamo contrari a creare nuovi ghetti. Ci saranno dei mini alloggi per le eventuali emergenze abitative limitate nel tempo”. Il problema si è fatto più pressante quando da più parti è stato chiesto al sindaco dove saranno collocati gli attuali uffici che sono ospitati nei locali dell’ex scuola media.
“E’ nostra intenzione, una volta trasferito il tribunale di piazza Borsellino nei nuovi locali in via di ultimazione nella nuova struttura di via Del Fante, che si possano trasferire tutti gli uffici nel vecchio palazzo di giustizia. Siamo certi che entro il 2018 il nuovo tribunale sarà pronto”. L’impostazione del sindaco non è piaciuta molto in consiglio comunale. Conoscendo i tempi della burocrazia e a giudicare da tutti i precedenti rinvii, in pochi hanno creduto alle scadenze prospettate, mentre si è fatto più urgente il trasferimento degli uffici in altra sede.
“Siamo colpevoli – ha detto Antonio Vinci – di avere abbandonato al loro destino gli uffici dell’Urbanistica. La responsabilità ricade sulla classe politica e in modo particolare su di me e sul presidente del Consiglio Enzo Sturiano”. Si è avuta netta l’impressione che nel suo intercalare, più volte ripetuto, il capogruppo del Pd facesse una sorta di chiamata di correo al sindaco Alberto Di Girolamo. Come a dire: la colpa è dell’amministrazione. Vinci e altri consiglieri hanno ricordato come gli uffici siano stati spesso oggetto di ripetuti furti.
“Questa situazione – ci ha detto il responsabile della posizione organizzativa dell’Urbanistica, Vincenzo Figuccia – crea difficoltà sia materiale che psicologica nei dipendenti. Sapere che la mattina, com’è accaduto molto spesso, c’è il rischio di non trovare più i computer e i condizionatori, non rende certo agevole il lavoro. Oggi siamo ridotti a custodire i portatili in cassaforte. Sui condizionatori che in inverno si trasformano in pompe di calore, abbiamo fatto richiesta all’amministrazione. Meno male che dopo tanto tribolare è stato aumentata la potenza della rete internet”. Insomma gli impiegati dopo aver passato un’estate a lavorare al caldo ora si augurano di non dovere affrontare il lavoro invernale con il cappotto. “C’è anche una carenza di personale per cui siamo costretti a ritardare l’esame e la relativa consegna dei certificati urbanistici”.
Un altro aspetto già sottolineato nella riunione del Consiglio e che abbiamo potuto constatare di persona in questa nostra inchiesta, è quello relativo all’archivio dell’urbanistica, che si trova, chissà poi perché, allocato nell’ex scuola “Lombardo Radice” nel quartiere Sappusi, a diversi chilometri di distanza. Forse qualche buontempone di amministratore del passato avrà pensato che sempre di quartiere popolare si trattava, quindi avrà confuso Amabilina con Sappusi: e dire che abbiamo visto come i locali dell’attigua palestra della scuola media sono ancora efficienti e comunque adatti ad ospitare il relativo archivio.
Si aggiunge poi che abbiamo appurato che la sede dell’archivio (ex scuola Sappusi) è inagibile da anni. Quindi i lavoratori (due?) che si occupano dell’archivio, lavorano in una struttura ritenuta a suo tempo inagibile tanto da chiudervi la scuola che c’era da decenni. Un’altra questione che abbiamo avuto modo di constatare è quella relativa al centralino dell’ufficio acquedotto. E’ comprensibile che chi abbia delle “pratiche” da sottoporre all’ufficio urbanistica si affidi ad un tecnico o al massimo vada a discuterle di persona.
Chi invece la mattina si vede sospendere l’erogazione dell’acqua, telefona subito al relativo ufficio del comune. Ebbene a rispondere alle richieste dei cittadini c’è una sola impiegata che lavora part time, la quale oltre a rispondere al telefono deve fungere anche da sportellista per gli eventuali cittadini presenti. Nell’attesa che si abbia a disposizione il vecchio tribunale, nel 2020 assicurano alcuni consiglieri comunali, e nell’attesa che si reperiscano i fondi per ristrutturarlo per poi trasferirgli l’urbanistica, per quest’ultimi uffici c’è chi propone il trasferimento nei locali dell’ex Ipab Rubino a due passi dal comune. Sembra che l’ipotesi sia stata vagliata anche di chi è competente in materia. Con poche decine di migliaia di euro si potrebbero rendere i locali idonei. Il problema come ci è stato detto, è quello relativo al fatto che gli uffici che ospitano l’acquedotto non vi troverebbero spazio. Visto che i locali sono capienti soltanto per l’ufficio urbanistica. Intanto dal punto di vista logistico, nelle scale e nei corridoi sono stipati centinaia di faldoni e pratiche alla mercè di chiunque li voglia consultare o peggio ancora portarseli via.