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Curre curre guagliò

Parental Advisory. Explicit content. Come a dire, attenzione. Potete anche non leggere questo contenuto. Perché le rivoluzioni non si fanno più in piazza ma dietro una tastiera e a certi ideali ormai passati, ormai svuotati, di una sinistra di lotte, non ci crede più nessuno. O quasi. Non ci crede nessuno perché la classe politica post-Berlinguer, di fini intellettuali, di barbe poco spuntate e di barche approdate, ha portato la sinistra-sinistra – rafforzare è d’obbligo – ad una lenta morte. Perché nel ventennio berlusconiano, gli intellettuali effettivamente, si sono dileguati tutti lasciandoci in balìa di maremoti di ignoranza e sottoculture. Una premessa per ricordare “Un giorno come tanti ma non certo per qualcuno, qualcuno che da giorni mesi anni sta lottando…”.

In questi giorni uno dei pochi baluardi che racchiudono ancora alcuni di quei forti principi politicizzati, di “controcultura”, è stato sgomberato: parlo del collettivo Làbas che stava occupando l’ex caserma Masini di Bologna. La problematica dell’occupazione abusiva non è nuova per i centri sociali: dal Leoncavallo di Milano ai tentativi all’Angelo Mai fino ai giovani di Anomalia a Palermo, il reato lede gli interessi dei proprietari delle strutture occupate. Strutture spesso abbandonate, in disuso, che possono essere covo di delinquenza e che vengono riqualificate dagli attivisti. Certo, la storia dei centri sociali non è stata sempre pacifica e “pulita”.

Ma, guardando alle realtà odierne, i giovani militanti – che oggi potrebbero anche appartenere al mondo dell’associazionismo – hanno creato, in questi spazi occupati, anche momenti artistici, incontri, presentazioni di libri, orti botanici. A Bologna, dopo l’arrivo della Polizia che ha manganellato e afferrato per la testa (le foto parlano chiaro) diversi giovani che stavano seduti al cancello d’ingresso in segno di protesta, i residenti hanno difeso apertamente i loro vicini “abusivi”, definendo il Làbas una “realtà unica”. L’occupazione è un reato, questo è chiaro e la Polizia deve fare il suo dovere… ma, mi chiedo quanto manganellare sia lecito e fino a dove lo sia. Perché con gli occhi da adolescente, ripensare alla Scuola Diaz e ai giorni di fuoco del G8 di Genova, nel 2001, è tuttora sconvolgente. E ancora c’è chi deve pagare. Allora perché lo Stato non si impegna a “legalizzare” i centri sociali, a raggiungere degli accordi con i proprietari di impianti ed edifici inutilizzati, perché non espropriarli, se è il caso, per finalità culturali, politiche, ecc.?

Io una risposta ce l’ho e temo che sia quella più triste e vera: probabilmente lo Stato e chi lo governa non ha interesse a far crescere realtà sane, menti pensanti che operano attivamente e positivamente per il nostro Paese. “In un paese neutrale, anni persi ad aspettare, qualcosa qualcuno la sorte o perché no la morte…”

redazione

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