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Il consigliere comunale Filippo Salato: “In Sicilia, non c’è uomo che possa rappresentare meglio il M5S di Giancarlo Cancelleri”

L’esponente pentastellato è stato il primo capogruppo del Movimento in Consiglio comunale dal suo insediamento fino alla introduzione della turnazione, una prassi adottata dai grillini, quando il “testimone” è stato passato alla collega Laura Barone. Al consigliere comunale Filippo Salato abbiamo chiesto la sua opinione in merito alle prossime elezioni regionali e al lavoro svolto dalla III commissione consiliare, all’interno della quale i componenti di maggioranza hanno finora ricoperto ruoli politici di spicco.

Siamo alle porte della campagna elettorale per le regionali. Dopo la designazione di Giancarlo Cancelleri, in qualità di candidato alla presidenza della Regione, come si sta preparando il M5S ad Alcamo, la città più grillina di Italia, ad affrontare questa sfida?

Il Movimento 5 Stelle di Alcamo, oggi, dopo un anno di esperienza governativa per quanto riguarda la città, si sta preparando ad affrontare le regionali cercando in tutti i modi di cogliere un risultato pieno, perché è inutile dirsi che se nel 2012 si poteva essere contenti di avere eletto un rappresentante cittadino, la deputata attualmente in carica Valentina Palmeri, è chiaro che questo oggi non può più bastare. C’è una contezza specialmente per Alcamo dove governiamo: per noi la Regione può cambiare marcia solo con un nuovo governo e, chiaramente, non può che essere un governo a 5 stelle. In quest’ottica credo che la nostra, anche per i ruoli istituzionali che oggi ricopriamo, sarà una campagna elettorale maggiormente improntata ad un risultato pieno e, quindi, a una vittoria alle regionali da parte del Movimento e, eventualmente, al raggiungimento della maggioranza all’interno dell’Assemblea regionale. Per quanto riguarda più in generale la campagna elettorale, avendo conosciuto personalmente il candidato presidente che è uscito dalle “regionarie”, Giancarlo Cancelleri, mi ritengo molto soddisfatto di questa scelta, perché penso che, ad oggi, in Sicilia, non c’è un uomo che possa rappresentare meglio il Movimento 5 Stelle di Giancarlo. È un attestato di stima a tutti gli effetti, perché ritengo che si è sempre impegnato e che sia una persona in grado di fare sintesi in un gruppo politico di certe dimensioni, come quello del Movimento 5 stelle all’ARS, e di quello che si prevede potrà essere il risultato dopo le elezioni. Per quanto concerne i singoli candidati alla deputazione regionale, come ho già avuto modo di dire, ovviamente, vi è un elenco lungo composto da 62 persone. Io non ho avuto modo di conoscerle tutte, anzi, in realtà, ne conosco soltanto qualcuna. Mi ritengo soddisfatto dell’esito delle “regionarie”, almeno per quello che mi è dato conoscere, e penso che il metodo di votazione del Movimento sia estremamente democratico. Non è sicuramente un metodo perfetto, come non lo è nessuno in quanto tale, quindi, è migliorabile. Però, credo che il Movimento è l’unico che dà la possibilità a chi voglia, attraverso appunto la piattaforma Rousseau, di scegliere i candidati che non escono dalle segreterie di partito, ma escono da un sentimento che parte dalla base, parte dai Meetup, e viene espresso da tutti coloro che sono accreditati al voto, che sono iscritti alla piattaforma.

Il problema dell’acqua e quello della raccolta differenziata sono stati i temi più caldi di questo primo anno di amministrazione 5 stelle. Secondo lei, hanno oscurato il carico di lavoro del Consiglio comunale che ha comunque raggiunto notevoli risultati?

Il problema dell’acqua e dei rifiuti sono dei problemi grandissimi. Stiamo parlando di due servizi che coinvolgono ogni singolo cittadino. Non c’è cittadino che non abbia bisogno della puntuale raccolta dei rifiuti o,comunque, di un sistema di gestione dei rifiuti che sia completa e soddisfacente per la città. Non c’è cittadino che non abbia bisogno del bene essenziale: l’acqua. Mi ricordo che, all’indomani dal nostro insediamento, sono venuto a trovare per la prima volta la giunta al lavoro. Entrando in sala giunta, avevamo l’emergenza rifiuti che era già alle stelle con la famosa chiusura temporanea della discarica di Borranea, ed è chiaro che è stato un problema che sin da subito ha impegnato parecchio la giunta e che, come dice lei, probabilmente ha oscurato quello che poteva essere il ruolo e la fase di lancio del Consiglio comunale, perché sono problematiche che, soprattutto, quando vengono affrontate in una dimensione emergenziale, sono affrontate esecutivamente dalla giunta e il Consiglio non può fare altro che lo spettatore o poco più. Per quanto riguarda il problema dei rifiuti, da un punto di vista più generale, quello che, magari, molti cittadini non capiscono immediatamente, o di cui non hanno contezza, e quello su cui l’opposizione, anche quella che non è rappresentata in Consiglio, utilizza e strumentalizza speculando è questo: la nuova amministrazione 5 stelle si è insediata all’interno del Comune di Alcamo che era servito per la raccolta dei rifiuti, attraverso una gara che era stata fatta parecchi anni fa, da una ditta già esistente. Una ditta che lavora in funzione di un capitolato che è stato previsto in passato e sul quale noi abbiamo potuto fare poco in virtù di un precedente contratto. Una ditta che, come è noto, è l’Energetikambiente, e fra l’altro una ditta in diffoltà. Non a caso, poco tempo prima che ci insediassimo ha cambiato nome. Il cambio di nome è una cambio sostanziale che manifesta le difficoltà in cui si trova. L’amministrazione attuale poco ha potuto fare su questo se non programmare. Programmare, intanto, attraverso la SRR di Trapani, società di gestione dei rifiuti a livello provinciale dove il nostro sindaco è uno dei membri del CdA, in vista della prossima gara che sarà svolta, che sarà definita nei termini economico-giuridici. Poi, ha cercato di fare quello che poteva per aumentare appunto la raccolta differenziata. L’obiettivo minimo della raccolta differenziata, come è noto a tutti, è quello del 65%. Oggi, Alcamo il 65% l’ha superato. Magari, in questo periodo, stiamo assistendo ad una leggera flessione che è fisiologica nel periodo estivo. Su questo, un intervento che ha fatto l’Amministrazione e che io ho sempre condiviso è stato quello della riduzione di un turno, in particolare quello della RSU. Questo non ha assolutamente inciso su i costi del contratto di cui parlavo prima, ma è stata una scelta politica per preparare la città a differenziare meglio, perché se si differenzia meglio due turni a settimana sono più che sufficienti. Anzi, in futuro, io vorrei vedere anche un turno di RSU a settimana. Su quello che sarà il contratto futuro, il Comune, per quanto riguarda la sua competenza all’interno, come è noto, ha operato un taglio, che, però, non è un taglio di costi. Non è un taglio che deve essere percepito come un taglio dei lavoratori, ma è un taglio che vuole razionalizzare un servizio efficientandolo, quindi, migliorandone la qualità e possibilmente riducendone i costi.

Lei è componente della III commissione che ha approvato, nel giro di quattro mesi, due Piani Triennali delle Opere Pubbliche. State già predisponendo quello previsto per il triennio 2018-2020?

Il Piano triennale, come dice la parola stessa, è un piano che riguarda un triennio. Quindi, quando noi ci siamo approcciati al primo Piano triennale del 2016-2018 avevamo già previsto, se non addirittura rinviato agli anni successivi, quella che era la programmazione. Ne abbiamo già approvato due, come ha detto, ma non siamo soddisfatti che a metà, perché se sul primo anno di programmazione già si sono cominciati a vedere i primi frutti, e sono ben visibili a tutti, come le nuove strisce pedonali, qualche rotatoria in più, qualche opera pubblica, qualche intervento sulla conduttura idrica, sul secondo anno di programmazione del Piano triennale ancora è partito poco o nulla. Sul terzo non ci stiamo ancora lavorando, ma abbiamo cominciato a pensarci. Oggi, la commissione è stata convocata per lavorare e rilasciare parere su una variazione del Piano triennale per quanto riguarda in particolare il 2017 ancora in corso. La variazione riguarderà importantissime misure, tra cui degli interventi sulla conduttura di Cannizzaro. Adesso che sono stati assegnati i lavori che riguardano il pompaggio è necessario rivolgere l’occhio alla conduttura che come si sa è fatiscente. Altri interventi concernono le strade rurali e anche quelli sulla viabilità interna e, in particolare, l’accesso alla città che si affaccia su Contrada Virgini, e altre ancora.

Dopo le dimissioni di Vittorio Ferro, che è diventato assessore, è stato elettto all’unanimità, come presidente della III commissione, il consigliere comunale Nino Asta. Tutti i componenti pentastellati hanno ricoperto ruoli di importante responsabilità. È una casualità?

Dicono in molti che la III commissione sia la più importante per quanto riguarda il Comune. Io non so se è la più importante, perché penso sia fondamentale l’apporto e il contributo di tutte le commissioni e, quindi, di tutti i membri delle commissioni consiliari. Di sicuro, è una commissione che affronta tematiche importanti e in grado di incidere molto sulla città intesa sia sul piano strutturale sia su ogni singolo cittadino. Sul fatto che ogni membro della III commissione, almeno per quanto riguarda i 5 stelle, ha avuto un ruolo di responsabilità, penso sia un caso. Nessuno aveva preventivato del resto che io fossi membro di quella commissione quando sono stato, per volere del gruppo, nominato prima capogruppo. Nessuno poteva immaginare che dopo di me, all’epoca, come secondo capogruppo fosse nominata Laura Barone, e nessuno poteva immaginare in giunta un avvicendamento, almeno nei tempi e nei modi, come quello di Vittorio Ferro. Sulla successione tra Ferro e Asta mi sento di dire soltanto che la presidenza passa da un tecnico ad un altro. È sicuramente un bene. Non credo che sia particolarmente influente chi sia presidente e chi sia membro semplice in quella commissione, perché, come dimostrano i verbali del lavoro già svolto, è una commissione che lavora all’unisono e quando si tratta di votare questioni importanti è sempre compatta. Sicuramente il geometra Asta, proprio per le sue competenze professionali, potrà dare un apporto importante e potrà essere, magari, più veloce di altri nella lettura di certe problematiche, di certe carte e di certi documenti che riguardano l’urbanistica, edilizia e di tutto quello che gravita per materia attorno a quella commissione.

Come ha detto, lei è stato il primo il capogruppo del Movimento. Qual è la sua autocritica sul ruolo da lei ricoperto nei primi 7 mesi?

Non posso nascondere che effettivamente essere eletto per la prima volta consigliere e partire al primo Consiglio comunale, essendo un neofita di quell’Aula, come capogruppo, mette molta responsabilità addosso. Sicuramente, guardando indietro avrei potuto fare meglio di quanto ho fatto, non c’è dubbio. È pur vero che se sono stato io il primo ad andare non è stato per caso, ma sono stato colui che si è sentito di prendersi questo onore ed anche quest’onère. Ripeto, da neofita non è una responsabilità da poco. E, soprattutto, se si pensa che il capogruppo 5 stelle, oggi Laura Barone, non rappresenta se stessa o se stessa e un altro componente, ma ben 14 persone e, spesso e volentieri, quando si parla, anche se si è previamente confrontati con il gruppo, e fatto sintesi con lo stesso, si parla veramente per l’intera città, perché quando banalmente si va a fare una dichiarazione di intento di voto, praticamente, si dà un’anticipazione del risultato all’Aula su ogni singola votazione. Quindi, avrei potuto fare sicuramente meglio, ma non mi rimprovero nulla perché avrei potuto fare peggio. Credo di avere rappresentato il gruppo in modo degno e nel momento in cui si è deciso di procedere alla turnazione, che non è una vera e propria regola del Movimento semmai una prassi che in alcuni comuni non viene rispettata, in questo Comune abbiamo deciso di procedervi. Credo che quando si è proceduto all’avvicendamento, come dicevo, si è concluso il mio ruolo in maniera più che dignitosa.

Avete introdotto ad Alcamo la turnazione che porterà ciascun consigliere, alla fine dei cinque anni del mandato, a ricoprire un ruolo di responsabilità. Come è stata accolta questa novità?

Abbiamo deciso a maggioranza, del resto come abbiamo fatto nell’individuazione del primo e del secondo capogruppo, di procedere alla turnazione. È chiaro che nel momento in fui si farà una turnazione riguarderà un periodo di tempo tale che potrà permettere più o meno a tutti, a seconda della disponibilità del singolo, di ricoprire quel ruolo. Credo che questa sia un’opportunità per ognuno di prendersi una grossa responsabilità che, chiaramente, nel lavoro di capogruppo l’ho capito cammin facendo e continuo a capirlo ora guardando il gruppo. In virtù dell’esperienza che ho maturato, fare il capogruppo non significa parlare del gruppo all’interno dell’assemblea, ma è un ruolo delicatissimo, importante nel tenere gli equilibri tra giunta e consiglio. Ci vuole una pazienza notevole e si è sempre, comunque, sottoposti a pressione. Un altro peso del capogruppo è quello di essere sempre informato su tutte le questioni che riguardano il gruppo e questo è molto e molto operoso e dispendioso in termini di tempo. A volte non permette di dedicarsi alle proprie attitudini, a quello che ciascuno ha più approfondito. Penso che la turnazione, da un lato, è un bene; dall’altro, ciò che ha di negativo è il fatto che è un ruolo di massima delicatezza e importanza nella tenuta degli equilibri di gruppo. Ognuno dei componenti che andrà a ricoprire la carica deve capirlo. Quindi, io spero e confido che, man mano che toccherà a ogni collega consigliere ricoprire quel ruolo, ci sia, prima di accettare o emettere una disponibilità a ricoprirlo, una piena, matura e cosciente riflessione su quello che si va a fare.

Linda Ferrara

redazione

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