Abbiamo appreso con notevole compiacimento la nomina della nostra concittadina Anna Grassellino a responsabile nazionale degli italiani nel mondo in seno al Partito Democratico. Ci compiaciamo con la scienziata marsalese e con i suoi genitori che conosciamo da tanti anni. Si tratta di un incarico politico prestigioso che però nulla a che vedere con i successi professionali che la giovane studiosa sta riscuotendo presso tutto il mondo accademico. Quelli sono altra cosa. Da un decennio Anna lavora nel nord America e negli States è stata insignita di un prestigioso riconoscimento direttamente dall’amministrazione Obama. In Italia la scienziata è talmente conosciuta che nell’anno in corso il settimanale “D” di Repubblica l’ha inserita tra le candidate a donna dell’anno. Benissimo direte voi. E lo diciamo pure noi. Altro invece, spendendosi in elogi, hanno fatto i dirigenti e i parlamentari del Pd della provincia. Si è andati dalle congratulazioni alle soddisfazioni fino ad arrivare, testualmente: “…un altro importante riconoscimento al Pd trapanese per il lavoro svolto in questi anni”. Così tanto per gradire, pronunciato dall’assessore alla sanità della regione, Baldo Guicciardi. Ora noi non sappiamo come ha collaborato con il Pd trapanese Anna Grassellino. A naso ci sembra di capire che con i democratici della nostra provincia c’entri davvero poco. Per la serie “saliamo sul carro del vincitore”. C’entra invece e non so se ci capite, c’entriamo pure noi, il gruppo dirigente del suo partito (e anche quello degli altri) che ha governato il Paese per tanti anni tagliando tutto il tagliabile per quanto attiene ai fondi per la ricerca, “costringendo” le “Anne Grassellino” ad andare a portare il loro entusiasmo e la loro scienza in giro per il mondo. Noi gli scienziati italiani li preferiamo che studino nei nostri atenei, che dirigano dipartimenti tricolore, che prestino servizio nelle strutture del nostro Paese. Dario Fò, a margine della consegna del premio Nobel, disse: “Per la classe dirigente del nostro Paese, quella che mi oscurato dalla tv pubblica per tanti anni, io non sarei dovuto essere quì”. Ecco noi auguriamo alla nostra concittadina che vive e lavora a Boston, di tornare nei laboratori italiani, e con lei tanti altri meritevoli “menti” italiane. Se per farlo occorre impegnarsi in politica in prima persona, lo faccia pure. Intanto, se è scaramantica tocchi ferro, noi l’aspettiamo in parlamento, dove siamo certi approderà tra poco. E poi l’aspettiamo nelle battaglie che sosterrà per fare tornare gli italiani che lavorano e vivono, costretti dall’essenza di una politica seria, in giro per il mondo.